Avere un negozietto o un’ attività artigianale in un posto troppo bello può provocare inconvenienti imprevisti. Per esempio, può arrivare gente da fuori con molti soldi, per comprare l’ unità immobiliare o affittarla a carissimo prezzo, allo scopo di metterci dentro un negozio di prestigio; chi c’ era prima, magari un artigiano con tradizione di più generazioni, avrà convenienza a chiudere l’ attività (che andrà persa per sempre) e vivere di rendita. Questo è capitato anche a Capri, che si è riempita di negozi di lusso ma appartenenti a marchi senza legami col territorio.
A tale andazzo si è ribellato un signore caprese di nome Silvio Ruocco, che non solo non ha voluto cedere la gioielleria di famiglia (ora gestita dal figlio) ma ha anche rilevato e rilanciato una profumeria artigianale, la società Carthusia di cui è amministratore (la gestisce assieme alla figlia) e in cui si creano profumi originali venduti in tutto il mondo.
Spiega Silvio Ruocco: «Gioielleria e profumeria sono due settori diversi ma accomunati dalla cura del dettaglio e dal packaging ricercato. Adesso Carthusia ha un laboratorio a Capri, dove produce un nuovo profumo ogni due anni circa, e dodici negozi fra Napoli e Roma, oltre a 380 distributori nel mondo. Stiamo allargando la rete, fra poco arriveremo a Dubai, ma ci mancano ancora moltissimi Paesi in cui vogliamo vendere, dalla Russia alla Cina» . Quanto all’ impatto locale, Ruocco spiega che Carthusia ha a Capri «più di 50 dipendenti il cui lavoro è distribuito in tutto l’ anno, mentre il resto delle attività economiche sull’ isola ha una marcata stagionalità».
Ora l’ obiettivo è «crescere a un fatturato di dieci milioni di entro nel 2020 e a 30 negozi in Italia entro il 2022».
Fra i profumi creati da Carthusia negli anni ci sono «tuberosa», «gelsomini di Capri» e addirittura «San Carlo di Napoli», ispirato all’ aroma del legno e dei drappi del famoso teatro. lui. gra. BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI.