Fonte: ilmattino.it
Dopo il grande successo iniziale, con 500mila download in un solo giorno, e due milioni in una settimana, la app Immuni ha registrato una battuta di arresto, anche se proprio in questo momento di risalita dei contagi sarebbe uno strumento utile per il contact tracing. Ad oggi gli italiani che la hanno scaricata sui loro smartphone sono poco più di 5 milioni, pari al 13% della popolazione che potrebbe scaricarla. «Insieme ai contagi, cresce anche il numero di persone che scarica Immuni», dice all’ Adnkronos il professor Stefano Denicolai, professore di ‘Innovation and Management’ nel Dipartimento di Scienze Economiche e Aziendali dell’ Università di Pavia e membro della task force italiana, costituita da accademici, per l’ utilizzo dei dati contro l’ emergenza Covid-19, istituita dal ministro per l’ Innovazione tecnologica e la digitalizzazione Paola Pisano. «Quest’ ultima -sottolinea- è tuttavia uno strumento di prevenzione, non di ‘reazionè: quindi è fondamentale che tutti gli italiani la scarichino prima possibile, per salvare vite ed evitare nuovi lockdown. Nel frattempo, la diffusione procede a “macchia di leopardo”: se a livello nazionale siamo al 13%, ci sono contesti a percentuale ben più elevata, come nei casi di monitoraggio sperimentale fra gli studenti di Università di Pavia o nell’ Isola di Capri».