Fonte: Il Mattino.it
di AnnaChiara Della Corte
Capri come spazio interiore e archetipico
Ha inaugurato ieri presso la Chiesa della Certosa di San Giacomo“Insula” , il racconto fotografico in bianco e nero di Antonio Biasucci, che restituisce una Capri inedita, tra memoria, paesaggio e trasformazione. Oltre cinquanta immagini per un originale allestimento site-specific su sette teche-monolitiche che permettono una fruizione più accurata delle opere. Frutto di una residenza artistica sull’isola, la mostra , curata da Gianluca Riccio, da un’idea dell’associazione Il Rosaio, è sostenuta da Strategia Fotografia 2024, e promossa dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura. Un’esposizione destinata a durare nel tempo, perchè le fotografie di Biasucci entreranno a far parte del patrimonio museale della Certosa di San Giacomo. Partner del progetto, la Direzione Regionale Musei della Campania dei Musei e Parchi Archeologici di Capri , il cui delegato Francesco Sirano , presente all’opening, ne ha sottolineato la condivisione di intenti. “ Celebriamo il genius loci: apprezziamo particolamente iniziative artistiche come queste, dove l’autore abbraccia il valore culturale del luogo in cui espone .” Il neo Direttore del Museo MANN, ha poi proseguito: “ Miriamo a strutturare ed irrobustire i rapporti sul territorio tra musei, in particolare il nesso con Capri è sempre più forte, soprattutto in seguito all’inagurazione del polo-archeologico, continueremo lungo questa strada favorendo iniziative comuni che mirino a coinvolgere la comunità e le scuole nel processo creativo.” Dopo i saluti del Sindaco Paolo Falco, la parola poi è passata al curatore, all’artista, e a Giuseppe Gaeta, Direttore Accademia Belle Arti di Napoli , che pure ha partecipato al progetto, insieme alla Fondazione Donnaregina per le Arti Contemporanee. L’esposizione, aperta al pubblico fino al 30 ottobre, propone una rilettura poetica e visionaria di Capri, come “luogo del culto”. Così la interpreta Biasucci, dopo lunghe passeggiate preliminari lungo tutto il territorio caprese, in compagnia di Riccardo Esposito, fondatore della casa editrice La Conchiglia. “Quello che ho subito notato è il continuo connubio tra il mondo di sotto (mi riferisco all’area marina con i suoi pesci) e il mondo di sopra (popolato da animali e uccelli, e tutto ciò che riguarda la rigogliosa flora). L’isola è il luogo circoscritto per eccellenza, ed io, da sempre fautore dell’isolamento come condizione fondamentale per confrontarsi con il soggetto scelto, ho interrpetato questa mostra come tentativo utopico di puntare a un assoluto in cui tutto converge, in questo dialogo tra boschi, polpi, pietre, gufi, capre, pesci..” Capri come spazio interiore e archetipico, dunque: l’isola si configura come approdo naturale per la ricerca. Isolarsi per dar vita a un processo di scarnificazione dell’immagine e per la costruzione di inediti legami tra cose umane e non umane “Antonio Biasiucci ha immaginato le diverse sequenze che compongono “Insula”, come dei lunghi tavoli sui quali disporre una di fianco all’altra le fotografie scattate a Capri” – afferma il curatore Gianluca Riccio – che prosegue: “ Radici di alberi, dettagli di pietre calcaree, sezioni di mare, e ancora animali e organismi marini conservati in formalina, busti di statue di età romana e frammenti di quadri tardo-romantici, come i segni di un misterioso alfabeto originario, lentamente hanno iniziato a mostrare il significato di una lingua antica e dimenticata, rivelando relazioni inattese e dando forma a una serie di storie concepite come parti di un unico racconto su un’isola arcaica e sommersa, sepolta sotto la stratificazione di immagini che si addensa sulla sua superficie.” Le immagini raccolte durante il soggiorno caprese includono tracce di epoche remote come i resti romani di Villa Jovis, dettagli della natura mediterranea, la Grotta di Matermania, le collezioni del Museo Ignazio Cerio, dove sono custoditi oltre 20.000 reperti naturalistici ed archeologici, i frammenti architettonici e manufatti artistici della Certosa di San Giacomo e di Villa San Michele – creando una partitura visiva che riflette sul tempo, sulla metamorfosi e sulla sopravvivenza della forma. L’esperienza che Biasiucci ha vissuto sull’isola di Capri è inoltre raccontata nel video Insulario. L’alfabeto visivo di Antonio Biasiucci, realizzato da Valeria Laureano in collaborazione con la Scuola di Cinema dell’Accademia di Belle Arti di Napoli. Accompagna il progetto un catalogo che sarà pubblicato dalla casa editrice Contrasto e sarà presentato il prossimo autunno presso il Museo Madre-Fondazione Donnaregina per le Arti Contemporanee in occasione di un incontro con esperti storici e critici della fotografia.
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