Fonte: Roma
Fonte: Francesca Di Lello
Non c’ è più tempo. Il Coronavirus ha messo in ginocchio il turismo. E adesso i rappresentanti del comparto chiedono «immediate azioni a supporto delle imprese della filiera turistica e dei settori economici più colpiti dall’ emergenza». Torna a parlare della crisi del settore dell’ accoglienza il presidente dell’ Abbac, Agostino Ingenito, che esorta le Istituzioni a concentrarsi certamente alle «opportune ordinanze per contenere rischi di contagio», ma anche a mettere in campo misure a sostegno dei settori economici più colpiti.
«SEGUIRE L’ ESEMPIO DELL’ EMILIA ROMAGNA». Ingenito evoca l’ immediata attivazione «della cassa integrazione in deroga a tutti gli ammortizzatori sociali possibili, di competenza regionale, per arginare rischi seri di chiusure e perdite di posti di lavoro». L’ Emilia Romagna «si è già attivata – continua il coordinatore nazionale Otei – Il presidente Vincenzo De Luca imiti il collega Bonaccini e garantisca tutti gli strumenti utili per arginare rischi seri per la nostra economia». Il turismo è in crisi e non si prevedono schiarite per una Pasqua «ormai compromessa».
In merito all’ ordinanza della Regione Campania per la prevenzione e gestione dell’ emergenza epidemilogica da Covid-19, il numero uno dell’ Associazione dei B&B campani dichiara: «Si tratta di un provvedimento giusto, ma tardivo, fatto all’ indomani della vicenda del gruppo tenuto in quarantena ad Ischia. Difficile che al momento vi siano comitive pronte ad arrivare a prescindere dall’ ordinanza». Secondo Ingenito «l’ emergenza Coronavirus, al netto naturalmente dell’ eccezionalità della situazione, fa emergere tutte le falle e le eterne incongruenze dei nostri territori ed in particolare delle nostre maggiori destinazioni turistiche». Le isole del Golfo, ad esempio, hanno da sempre «gravi carenze infrastrutturali e di servizi sanitari che i piani di rientro e il lungo commissariamento hanno ulteriormente acuito». Ingenito ricorda quindi «i casi drammatici» avvenuti la scorsa estate «con i ritardi nei soccorsi a cittadini e turisti , con le inefficienze del Capilupi di Capri e dell’ ospedale di Ischia». L’ emergenza epidemia dimostra anche che «neppure la recente uscita del commissariamento aveva fatto predisporre l’ avvio LA PRECARIETÀ DELLA RETE OSPEDALIERA. Parla di una rete ospedaliera vetusta, Ingenito, di servizi minimi e delle tante difficoltà «per rispondere alle tante esigenze di flussi turistici rilevanti e degli stessi resilienti residenti, costretti a subire una rete sanitaria che dimostra tutta la sua precarietà al netto di alcune importanti eccellenze napoletane».
Ad oggi «non ci risulta alcun robusto piano di azioni che siano state messe in campo prima del rischio epidemia da Coronavirus per le nostre maggiori destinazioni turistiche e non va certo meglio in Costiera Amalfitana con un ospedale a Castiglione che sarebbe già tanto definire un poliambulatorio o con le ataviche e a volte imbarazzanti carenze dell’ ospedale di Sorrento, al netto del faraonico progetto di un nuovo ospedale». Senza dimenticare le carenze per il Cilento, «che quintuplica i residenti in estate ma con scarsi servizi sanitari». Le urgenze di questi ultimi giorni «potrebbero stimolare a far meglio all’ elenfantiaca Soresa». Purtroppo i tempi per appalti e procedure non sembrano snelle. «I cittadini campani e i viaggiatori che speriamo presto possano ritornare per garantirci sussistenza – prosegue – al di là del Coronavirus hanno biso gno di una rete ambulatoriale e ospedaliera di prossimità in grado intanto di offrire servizi europei e tempistiche certe». Il presidente dell’ Abbac poi esprime solidarietà a «medici e il personale sanitario, a cui va il nostro plauso, esprimiamo dubbi circa la possibilità di poter rispondere al paventato rischio epidemia in Campania».
FEDERALBERGHI. Sul momento drammatico che vive il turismo in Campania, interviene anche Luca D’ Ambra, presidente Federalberghi Ischia: «Noi abbiamo sempre auspicato che ci fosse un processo istituzionale con gli Enti preposti, perché è chiaro che la situazione di emergenza va valutata dal punto di vista imprenditoriale – spiega – ma c’ è il caso umano che è fortissimo in questo momento». D’ Ambra afferma: «Noi prendiamo atto dell’ ordinanza regionale che fa riferimento al decreto ministeriale, e procediamo sperando che al più presto si possa tornare alla normalità perché è impensabile che un Paese possa fermarsi. Difficile immaginare una situazione di stallo di questa portata, non solo per le nostre imprese, ma anche per le tantissime persone che girano attorno». Tavoli di lavoro con la Regione, anche con gli altri rappresentanti di categoria, sono in programma «non appena si tornerà alla normalità».

















