Fonte: Il Mattino
di Anna Maria Boniello
Poteva trasformarsi in tragedia l’uscita in barca nel giorno dopo Ferragosto per una famiglia in cerca di refrigerio dalla calura estiva. Il loro motoscafo – un cabinato lungo 9,40 metri, con due motori entrofuoribordo – è andato improvvisamente in avaria mentre era al largo di Massa Lubrense, imbarcando acqua e inabissandosi nel giro di pochi minuti: una sequenza drammatica per le cinque persone a bordo, i genitori con i loro due figli piccoli e un amico, letteralmente salvati dalla Capitaneria. È l’incidente più grave, per fortuna senza serie conseguenze per le persone coinvolte, tra quelli accaduti in mare nella settimana più «calda» dell’estate.
LA SEQUENZA Il motoscafo era salpato poco dopo le 11 dalla acque di Castellamare di Stabia. Ai comandi il proprietario M.F., un 49enne di Santa Maria la Carità, con lui a bordo la moglie, i loro due bambini e un amico. Navigando sotto costa il natante è arrivato a Punta Campanella, il tratto di mare che divide la penisola sorrentina da Capri: qui, intorno alle 13, l’uomo si è accorto che il motoscafo cominciava a imbarcare acqua, probabilmente – dirà poi ai soccorritori – per il cattivo funzionamento delle prese a mare che servono al raffreddamento dei motori. Così il mare ha presto invaso la sentina, proprio attraverso i fori di scarico che si erano scollegati dai motori: questi, ormai immersi in circa mezzo metro d’acqua, si erano bloccati impedendo la navigazione. Tanta paura a bordo, urla e lacrime dei bambini spaventatissimi, ma il «capitano» non ha perso il sangue freddo ed ha lanciato in mare i salvagente di sicurezza e alcuni materassini che normalmente sono utilizzati per prendere il sole ma in questo caso servivano da appoggio. Poi, mentre l’imbarcazione stava ormai affondando, ha lanciato l’SOS. La richiesta di soccorso è stata raccolta da un diportista che navigava a qualche miglio di distanza ed ha cambiato rotta per portare soccorso allo scafo in difficoltà, mentre tempestivamente dal porto di Capri è salpata la motovedetta CP 585 della Guardia Costiera con a bordo i marinai addestrati per il soccorso. A coordinare le operazioni di salvataggio il comandante di Circomare Capri Antonio Ricci coadiuvato dal luogotenente Vincenzo Vitiello, caposezione tecnico operativo. La motovedetta navigando a una velocità di circa 30 nodi in meno di 10 minuti è arrivata a Punta Campanella dando inizio alle operazioni di recupero dei cinque naufraghi, che si tenevano aggrappati alla prua che ancora emergeva dal mare. L’operazione di recupero delle cinque persone è durata pochi minuti, giusto il tempo di vedere scomparire e finire in fondo al mare a circa 200 metri di profondità il cabinato diventato ormai un rottame. Galleggiavano infatti, sparsi intorno al vortice che si era creato, vari pezzi dei ponti superiori, rottami, salvagente, sagole, materassini, parabordi e resti in plastica di quelle che una volta erano le tettoie parasole.
L’INCHIESTA Dopo aver recuperato e ristorato i naufraghi, la motovedetta della Capitaneria di Porto di Capri si è diretta verso il porto più vicino a Punta Campanella, ossia lo scalo marittimo sorrentino, per affidare le cinque persone tratte in salvo alle cure dei loro colleghi di Sorrento per poi fare rientro a Capri. Sarà il comandante Ricci, insieme ai tecnici, a fare una prima ricostruzione dell’incidente: bisogna capire la dinamica dei fatti e cosa ha portato al mal funzionamento delle prese a mare per le pompe di raffreddamento dei motori, che ha provocato poi il fermo totale degli impianti di bordo e la conseguente copiosa infiltrazione d’acqua che ha sommerso lo scafo fino a farlo affondare mettendo a grave rischio la vita delle cinque persone a bordo.