Fonte: Il Mattino.it
di AnnaChiara Della Corte
C’è un po’ di Capri in vetrina nel primo arrondissement di Parigi, quartiere Palce Vendome, in rue de Castiglione, da Gagosian, la galleria di fama mondiale specializzata in arte moderna e contemporanea. Esposte dal 19 dicembre fino al 27 marzo sculture e disegni in piccola scala di Henry Moore in dialogo con pezzi di arredo ispirati al design di Casa Malaparte. “Moore and Malaparte: Rhythm and Form” traccia connessioni inaspettate tra scultore e designer, come la tendenza a creare forme che rimandano alla natura ed alla relazione tra arte e ambiente. Sculture in bronzo su scala domestica che presentano temi ricorrenti di Moore sono qui affiancate a riproduzioni di mobili di Casa Malaparte, rivelando affinità sorprendenti ed inequivocabili tra gli approcci dei due autori. Molte delle opere di Moore esprimono un forte interesse per le forme organiche, rappresentando la realtà naturale come origine di esplorazioni astratte, una visione accostabile a quella di Malaparte. Se oggi possiamo riscoprire il fascino del design della dimora caprese, faro dell’architettura modernista, è grazie al lavoro del più giovane dei Malaparte, Tommaso Rositani Suckert, che dal 2019 ha iniziato a progettare riproduzioni di oggetti come la consolle, il tavolo e la scrivania , realizzati con gli stessi materiali (vetro, tufo e noce) degli originali a Capri. E , come Curzio Malaparte prima di lui, Rositani Suckert ha selezionato i migliori materiali e artigiani locali per la loro produzione. Grazie alla collaborazione con Gagosian, la collezione da design by Malaparte fa il giro del mondo: alcuni pezzi sono stati già esposti a Londra, New York ed ora nella capitale francese presso entrambe le sue sedi con nuovi esemplari esclusivi. Altri mobili di Casa Malaparte sono infatti in mostra al secondo piano della galleria al 4 rue de Ponthieu. Opere di design omaggio non solo alla dimora, ma alla vita e allo spirito di uno dei personaggi più complessi e misteriosi dell’avanguardia italiana. Figura poliedrica, scrittore, giornalista e sceneggiatore, Malaparte definì la sua Villa “Casa come me”, autoritratto abitativo ed estetico. Figlio di un tintore di stoffe sàssone trapiantato a Prato, il controverso scrittore noto per romanzi come “Maledetti Toscani”, fece costruire la dimora nel 1939 su un appezzamento di terra della scogliera caprese a picco sul mare, gioiello nel gioiello del paesaggio circostante antistante i Faraglioni, dando prova di tutto il suo estro. Inimitabili i tratti distintivi della casa: fuori, la citazione della scala della chiesa di Lipari, ricordo del confino; dentro, sedie e mobili e camini, un design totale. Salendo uno scalone di legno, ecco al primo piano il salone enorme con le quattro finestre irregolari tutto-vetro, senza montanti e basculanti, e un camino sempre by Malaparte con vetro per “vedere il mare” in lontananza. Il tetto, che prende forma dalla scala e si apre come un teatro greco immerso nel paesaggio; l’ampia terrazza che domina il mare; il colore rosso delle pareti esterne, che ricorda gli interni romani della vicina Pompei; infine una collezione di mobili designati proprio da Malaparte e che oggi riprendono vita.