Riceviamo e Pubblichiamo
Il cuore di Capri con i bambini di Gaza
L’Isola di Capri sceglie di non chiudere gli occhi.
Il Salotto del mondo ospiterà un banchetto solidale per i bambini di Gaza.
Sabato 2 agosto, dalle ore 9:00 alle ore 13:00, Capri Pro Palestina organizzerà nella sua famosa Piazzetta un banchetto solidale per dichiarare che Capri non è indifferente agli orrori che si stanno perpetrando ai danni del popolo palestinese.
Informazione, verità, dialogo saranno al centro di un evento nato dall’esigenza profonda di una solidarietà attiva, di essere presenti, di non voltare la faccia ai bambini di Gaza.
Accanto a Capri Pro Palestina, le associazioni che i cittadini dell’isola azzurra vogliono sostenere. Un modo per incontrare realtà che si occupano di provvedere al sostentamento degli abitanti della Striscia di Gaza, a partire dalla distribuzione di acqua e cibo. Come Gazzella Onlus presente nella Striscia di Gaza da più di vent’anni, che ne conosce la realtà più vera.
Nel pieno della stagione mondana Capri torna a mostrare la sua anima autentica, la meta più amata degli intellettuali del ‘900, da Marinetti e Depero, da Alberto Moravia ed Elsa Morante, passando per Maksim Gor’kij e molti altri, ha oggi il cuore che sanguina per i bambini di Gaza. E vuole dirlo al mondo. È il bisogno profondo di restare umani e di urlare all’intero jet set internazionale “Capri non ci sta”.
L’intento di Capri Pro Palestina è quello di richiamare ancora una volta e ancora più forte l‘attenzione di tutti su quanto sta accadendo in Medio Oriente.
L’invito è quello di non ignorare, di difendere l’umanità, perché non vi sarà libertà finché ogni bambino palestinese, ogni bambino oppresso non sarà veramente libero.
La vita di ogni bambino deve avere lo stesso sacro e intoccabile valore ovunque, non solo in Occidente.
Oltre le parole, i dati:
59219 uccisi confermati; 18 mila bambini; 12.400 donne; 853 anziani; 1411 sanitari; 228 giornalisti; 800 insegnanti; 11200 persone non trovate a cui si aggiungono 4700 tra bambini e donne scomparsi.
Abbiamo deciso di non voltarci dall’altra parte.
Non ora, non più. Questi numeri rendono una fotografia, seppur ancora lontana perché in continuo aumento, di quanto sta succedendo a Gaza. Ma Gaza non è un numero. I Palestinesi non sono un numero: sono storie, vite, sogni, speranze. Sono testimonianze di quanto accade da più di 75 anni. Quello che si è visto negli ultimi anni non è altro che la facciata più feroce e sporca del piano strategico di pulizia etnica che Israele mette in atto senza essere fermato. Stiamo vedendo madri palestinesi costrette a scrivere il nome dei propri figli sulle braccia, in modo che siano riconosciuti in caso di uccisione. Hanno costretto bambini e bambine palestinesi a tenere conferenze stampa in una lingua non loro per chiedere al mondo il riconoscimento del loro diritto di esistere. I bambini e le bambine palestinesi sono costretti a vivere privati della loro infanzia, dei loro sogni e del loro futuro. Secondo i dati di Save the Children, dal 2024 Gaza è il luogo con il tasso più alto di morti tra i bambini e negli ultimi mesi la situazione è drasticamente peggiorata con 1.1 milione di infanti a rischio di morte. Dal 2 marzo 2025, Israele vieta l’ingresso di qualsiasi tipo di aiuto umanitario, costringendo alla fame tutta la popolazione. Nonostante il diritto internazionale sia ormai spogliato del suo ruolo, va segnalato che non permettere l’ingresso di beni di prima necessità è un grave crimine contro l’umanità perché distrugge il diritto alla vita.
Nasce da questa necessità la nostra decisione di supportare Gazzella Onlus che distribuisce quotidianamente acqua e pane ai sopravvissuti di Gaza.
http://www.gazzella-onlus.com/



















