Fonte: Roma
Il Primo Convegno Italiano del Paesaggio era ancor piuttosto avvolto nell’ oblio, quando, il 18 agosto 1978, il “Roma” pubblicò un mio articolo intitolato “La difesa del Paesaggio”. Contribuì notevolmente alla ripresa della conoscenza del Convegno, che si era svolto a Capri il 9 e 10 luglio 1922, i cui Atti erano stati pubblicati in un elegante volume stampato, in trecentocinquanta copie numerate, all’ inizio del 1923.
Promosso da Edwin Cerio, ed organizzato dal Comune di Capri, del quale egli era sindaco, il convegno fu ispirato dalla “Legge per la tutela delle bellezze naturali e degli immobili di particolare interesse storico”, approvata, dopo travagliate vicende di qualche decennio, l’ 11 giugno 1922, ed andata in vigore nel successivo 24 giugno. Aveva avuto come principale artefice l’ onorevole Giovanni Rosadi. In tempi recenti, è stata indicata come Legge Croce, giacchè fu Benedetto Croce, mentre era ministro della pubblica istruzione, a presentare al parlamento il testo definitivo, poi approvato.
Nella serata di inaugurazione del 9 luglio, che si svolse nei Giardini di Augusto, dopo la lettura del Messaggio del Comune di Capri, Giovanni Porzio pronunciò l’ Orazione della Bellezza. Fu seguito da Filippo Tommaso Marinetti, il fondatore del Futurismo, che, a suo dire, tenne un discorso “un poco terra terra”. Nel giorno seguente, durante il quale, alla presenza di circa centocinquanta persone, i lavori si svolsero presso l’ Albergo Quisisana, nella mattinata ci furono la relazione di Luigi Parpagliolo sulla legge di tutela (che riniziò presentando il problema del paesaggio in una situazione occidentale), quella di Edwin Cerio sull’ architettura rurale, e la relazione di Michele Guadagno sulla macchia mediterranea. Seguirono comunicazioni dello stesso Filippo Tommaso Marinetti, di Virgilio Marchi, di Gilbert Clavel, e del sindaco di Massa Lubrense Cerulli. La seduta pomeridiana fu dedicata alla discussione generale, dopo una relazione dell’ onorevole Francesco Visco sulla unificazione dei regolamenti edilizi, e la loro applicazione nelle provincie meridionali.
Il Convegno si concluse con l’ approvazione all’ unanimità di quattro ordini del giorno, il primo dei quali aveva tra i presentatori anche Marinetti, ed il ringraziamento del sindaco Edwin Cerio.
L’ oblio sul Convegno era caduto principalmente perchè si riteneva che esso si fosse limitato a sostenere una tutela che limitava lo sviluppo dell’ edilizia, danneggiando i profitti che da essa provenivano.
L’ articolo, pubblicato nel “Roma” nel 1978, metteva invece in luce come, durante il Convegno, paesaggio era stato inteso nel molteplice senso di ambiente storico, civile, culturale, naturale, ed, invitando l’ isola di Capri ad avere una sua propria identità culturale, tendeva all’ armonizzazione dell’ antico con il nuovo, e del materiale con lo spirituale, la cui non attuazione ha portato al drammatco declino in cui siamo.Era una visione di vita valevole cent’ anni fa, ed è una visione di vita valevole ancora adesso. Così come mi sembra sempre valida per essa la conclusione dell’ articolo, pubblicato quarantaquattro anni fa:”non bastano le leggi (che spesso non si rispettano), ma sono necessari la buona volontà ed il vigile e costante amore di tutti coloro che ritengono che la nostra vita non dev’ essere vissuta da bruti”.