Fonte: Metropolis
di Marco MIlano
CAPRI – Per i Faraglioni di Capri “violentati” dai datterari”, urge la nomination a patrimonio mondiale dell’Unesco. Dopo le condanne per “disastro ambientale nel Golfo” sentenziate l’altro giorno dalla terza sezione penale del tribunale di Napoli dalle quali tra l’altro è emerso dalle consulenze che la metà della parete rocciosa sommersa dei Faraglioni è stata praticamente “desertificata” dai datterari, è ora di portare avanti con forza la candidatura delle sentinelle di Capri a patrimonio dell’umanità. Un’idea che è stata lanciata per primo da Sergio Gargiulo quando rivestiva il ruolo di presidente della Federalberghi isola di Capri, oggi presidente onorario, e che da più parti viene sollecitata e riproposta. “Vogliamo lanciare la candidatura dei Faraglioni di Capri – aveva detto Sergio Gargiulo – all’iscrizione nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’Unesco per quanto riguarda i beni naturali. Salvaguardare i Faraglioni e proteggerli dall’incuria e dall’inquinamento ambientale”. Le “violenze” subite dal simbolo più importante, la cartolina per antonomasia dello scoglio caro all’imperatore Tiberio, infatti, hanno suscitato a dir poco indignazione tra gli isolani e i vacanzieri abituali che non vogliono e non possono più accettare di vederlo danneggiato. Secondo Sergio Gargiulo, lungimirante come sempre e fautore di importanti battaglie per il futuro dell’isola, Capri come le Eolie “risponde in pieno ai requisiti richiesti per l’iscrizione nelle Liste dell’Unesco. Per bellezza, patrimonio e stile di vita – ha spiegato – Capri è riconosciuta a livello universale. Ed i Faraglioni, che sono il simbolo per eccellenza di Capri e luogo dove tutti amano farsi ritrarre sono l’elemento che, se tutelato, aiuterebbero a mantenere nel tempo e tramandare la fama e la vocazione della nostra isola perché quello che facciamo oggi resti nella memoria per le generazioni di domani”.
Marco Milano