Anna Maria Boniello Capri. Anche i battellieri della Grotta Azzurra di Capri finiscono nella categoria dei «furbetti» assenteisti: blitz dei carabinieri, in undici sono stati denunciati per interruzione di pubblico servizio ai sensi dell’art. 340 del codice penale. La vicenda che ha destato clamore è iniziato poco dopo le otto del mattino, quando i militari della stazione di Anacapri, coordinati dalla compagnia di Sorrento, si sono accorti che nella baia antistante la Grotta Azzurra si era venuta a formare una concentrazione anomala di scafi con a bordo circa mille passeggeri che attendevano di essere traghettati all’interno della grotta. Il servizio viene effettuato da una cooperativa di marinai e, secondo le regole, deve iniziare alle otto e trenta del mattino. Ma nonostante fossero trascorsi circa 50 minuti, nessuna delle piccole barchette in legno, piccoli scafi costruiti appositamente per entrare nell’angusta cavità rocciosa che immette nella grotta più famosa del mondo, era ancora operativa. La pattuglia dei militari ha chiesto così l’ausilio della motovedetta che immediatamente è arrivata sul posto, con i carabinieri che hanno iniziato a raccogliere dai turisti che attendevano a bordo dei motoscafi notizie sull’inspiegabile ritardo. Ovviamente, visto il prolungarsi dell’attesa, arrivavano proteste e lamentele. Proteste che si sono protratte sino alle 9.30, quando la squadra che doveva prendere servizio finalmente è apparsa all’orizzonte. Circa un’ora di ritardo è bastata a creare un congestionamento nella baia più fotografata del mondo e i carabinieri mentre iniziava il trasbordo hanno continuato a raccogliere informazioni ed a chiedere ai marinai che compongono la squadra i motivi del loro comportamento che ha costretto migliaia di persone ad attendere sotto il sole il proprio turno per la visita. Respinde le accuse Vincenzo Iaccarino. caposquadra dei battellieri: «Il nostro lavoro è legato alle condizioni meteomarine, se il livello dell’acqua è troppo alto non possiamo entrare. E stamattina presto c’era alta marea». La Grotta Azzurra a tutti gli effetti è considerata un museo e viene gestita dalla Soprintendenza, che ha affidato ai comuni solo la bigliettazione. Da qui la contestazione del reato di interruzione di servizio pubblico che ha lasciato di stucco i marinai che non pensavano che la loro assenza potesse far scattare una sanzione così dura. I controlli dei carabinieri, comunque, non si sono solo limitati ad identificare gli assenteisti, ma hanno allargato la loro azione all’ispezione delle dotazioni di sicurezza nelle piccole e caratteristiche barchette colorate in bianco le cui miniature fanno bella mostra di sé nelle vetrine dei negozi di souvenir che affollano Marina Grande. Anche questo intervento ha portato ad una serie di sanzioni amministrative, sia per le dotazioni di sicurezza a bordo che per l’idoneità delle documentazioni. Nove battellieri sono stati multati per un importo totale per circa 2500 euro. L’ultimo intervento dei carabinieri nella Grotta Azzurra risale a luglio 2013 . Quella volta però a essere presi di mira non furono i battellieri assenteisti, ma la contestazione riguardava l’uso del casco giallo antinfortunistica così come si usa nei cantieri e nei luoghi di lavoro a rischio. Infatti nell’imboccare l’ingresso della Grotta Azzurra, mentre i passeggeri sono stesi sul fondo della barca il battelliere si spinge all’interno con l’ausilio di una catena piegandosi all’indietro. In questa manovra è facile urtare con il capo contro la parete rocciosa, per cui l’uso del casco in questi casi è obbligato. In quell’occasione quindi ai battellieri vennero contestate alcune violazioni sulle norme di sicurezza sul lavoro, ed anche la mancanza di servizi igienici nell’area a terra sulla gradinata che conduce al piazzale superiore.