Fonte: Il Mattino
di Daniela Ricci
Artista poliedrico e dal potente segno cromatico, Luigi Grossi continua a stupirci con le sue sperimentazioni: attraverso un’ incessante ricerca interiore e visiva, indaga il presente adoperando i tanti linguaggi della modernità. La materia è sempre la protagonista dei suoi lavori per rappresentare equilibri, intersecazione di piani, leggerezza, alludendo ai processi naturali e anche al loro trasformarsi nel tempo e nello spazio. L’ occasione per tornare all’ opera di Grossi è la personale che sarà inaugurata domani a Capri in Palazzo Vanalesti, prestigiosa sede di KukaiIKI Capri, Fondazione Cerio, alle ore 19. Intitolata «L’ infinito variabile», curata da Mimma Sardella e visitabile fino al 20 agosto, la mostra presenta otto grandi tele di grande tecnica coloristica che, infatti, se osservate da diverse prospettive cambiano cromia rilanciando quell’ immensità sospesa tra cielo e mare propria dell’ isola azzurra.
L’ artista napoletano con lucida consapevolezza guarda il mondo con il proprio occhio, e mettendo a nudo la materia la fa rinascere liberandola in una nuova ricchezza spirituale. E la stratificazione della pennellata orizzontale mentre da una parte propone orizzonti surreali, dall’ altra racconta l’ anima e il pensiero dell’ uomo contemporaneo. «La fame visionaria di Grossi – scriveva il filosofo Aldo Masullo in un testo di accompagnamento a una precedente mostra – non assume mai la violenza di un’ ingorda brama, come spesso in altri artisti succede. Essa è sempre temperata da una discrezione di fondo, che ingentilisce la rottura linguistica attraverso l’ estrema purificazione del lessico, semplici colori dell’ anima, sensi di vita, lievi increspature di vegetali apparenze, delicata e forte poesia della luce che cattura sulle tele»