Fonte: Il Matino
di Giuseppe Crimaldi
Giustizia “3.0”, avanti tutta. Si va col vento in poppa verso la digitalizzazione dei servizi giudiziari, e si guarda anche agli sviluppi e alle opportunità offerte dall’intelligenza artificiale. Gli argomenti sono stati al centro di un convegno organizzato a Capri dalla Corte di Cassazione e del Centro elettronico di documentazione: una due giorni che ha visto la partecipazione del ministro Guardasigilli Carlo Nordio e del magistrato della Suprema Corte Antonella Ciriello. Ai lavori erano presenti anche la presidente della Corte d’Appello, Maria Rosaria Covelli e la presidente del Tribunale di Napoli Elisabetta Garzo. IL FUTURO È lo stesso Nordio a illustrare l’obiettivo di questa nuova frontiera.
«Il percorso di digitalizzazione della giustizia italiana – dice – procede senza indugi. Il governo è fortemente impegnato a promuovere una giustizia sempre più digitale, inclusiva e trasparente, che metta la tutela dei diritti al centro di ogni innovazione tecnologica. Siamo consapevoli che il cammino è ancora lungo e siamo pronti ad affrontare le molteplici sfide che ci attendono». Capitolo “Intelligenza Artificiale: un argomento da maneggiare con cura. Il Guardasigilli ha toccato il tema preminente della tutela della privacy dei cittadini: «L’identità e il domicilio digitale sono presupposti necessari per il funzionamento efficace dei negozi giuridici e dei procedimenti digitali. Stiamo lavorando per rafforzare questi strumenti e garantire che siano accessibili, sicuri e rispettosi della privacy dei cittadini».
Il Ministro della Giustizia ha poi affrontato il tema dell’Intelligenza Artificiale, definita «un’opportunità straordinaria che implica una serie di rischi. Per questo il Consiglio dei ministri ha approvato un disegno di legge che propone una regolamentazione – tra le prime in Europa – dell’impiego dell’IA in numerosi campi, compresa l’attività giudiziaria, per utilizzarne le potenzialità nell’organizzazione degli uffici giudiziari e l’automatizzazione di aspetti organizzativi. Questi temi li abbiamo messi anche al centro dell’agenda del G7 Giustizia svoltosi a Venezia nel maggio scorso. Da quel vertice è nato il “Venice Justice Group” per rafforzare e coordinare le iniziative dei paesi membri del G7 rispetto alle nuove sfide globali nel campo della giustizia e della difesa dello Stato di diritto».
I LIMITI Il ministro ha ben chiare le potenzialità ma anche i limiti di uno strumento così importante e innovativo. E avverte: «Un solo limite però vorrei sottolineare: l’Intelligenza Artificiale non potrà e non dovrà sostituire la libertà di giudizio dell’uomo e dei giudici». Il Guardasigilli si è, infine, soffermato sull’impatto della rivoluzione digitale nei luoghi di lavoro: «da parte del Ministero della Giustizia c’è grande attenzione rispetto alle delicate implicazioni che queste trasformazioni comportano per i lavoratori. L’utilizzo di strumenti digitali e di Intelligenza Artificiale nel mondo produttivo offre, infatti, nuove opportunità, ma richiede anche un quadro normativo chiaro».