Fonte: Metropolis
di Marco Milano
Capri senza Giudice di Pace, udienze trasferite a Napoli, sull’isola monta la protesta. Una disposizione, contenuta in un decreto del Presidente del Tribunale di Napoli, prevede, infatti, che almeno fino al 31 dicembre 2020 le udienze saranno celebrate in terraferma. Alla base del provvedimento vi sarebbe la difficoltà di sostituire nell’immediato l’unico dipendente in servizio a Capri, recentemente scomparso. «Oggi assistiamo all’ennesimo episodio di menefreghismo da parte delle istituzioni giudiziarie, non consapevoli dei problemi che un’isola può avere in rapporto alla terraferma» ha commentato dall’Unione Nazionale Consumatori il delegato isolano Teodorico Boniello che già in passato era intervenuto per il rischio che chiudesse il tribunale caprese. «E’ un danno agli operatori della giustizia spiega il numero uno dei consumatori isolani – che si vedrebbero costretti ad andare a Napoli per contenziosi di poco valore, ma anche per tanti cittadini che non possono ricorrere a servizi minimi ed essenziali, come un certificato di carichi pendenti o casellario giudiziario. Ci riserviamo di intraprendere qualsiasi azione possibile, tra le quali la denuncia di interruzione di pubblico servizio a tutela dei diritti costituzionali dei cittadini capresi, ancora una volta vittime di provvedimenti che dimenticano i problemi legati all’insularità». Sull’argomento chiusura della sede isolana del Giudice di Pace di Capri i due comuni Capri ed Anacapri hanno delineato un’azione congiunta presso la presidenza del Tribunale ed anche l’associazione Avvocati Isola di Capri sta predisponendo degli interventi. «Una decisione molto grave dice il capogruppo consiliare di CapriVera Roberto Bozzaotre – dal momento che una tale scelta è di sicuro pregiudizievole nei confronti dei cittadini capresi, che sarebbero costretti a sostenere costi più elevati per la tutela dei propri diritti e che si vedrebbero quindi privati di un diritto che è costituzionalmente garantito. Inoltre prosegue Bozzaotre preoccupa l’eventualità che tale decisione oggi dichiarata come provvisoria possa col tempo diventare definitiva».


















