Fonte: Metropolis
di Marco Milano
«Caro papà, una parte di me era già morta quando quasi 20 anni fa seppi della tua malattia. Sono morto ogni volta che pensavo di non poterti più riabbracciare». Inizia così la lunga lettera aperta di Gianluigi Lembo, figlio di Guido Lembo, patron de l la taverna Anema e Core scomparso due sere fa. «Sono andato avant i solo perché tu ce l’hai fatta, ho iniziato a cantare solo per avere più spesso una parte di te dentro di me. E se la mia timidezza sul palco un po’ si allontana da me ed ho la forza di regalare gioia e sorrisi è soltanto perché quello è il miglior modo per riabbracciarti. Sul palco – scrive ancora Gianluigi – assieme a te riuscivo a stare poco e mi arrabbiavo con te e con me perché sentivo quella parte di me colpita dall’andare del tempo e non lo accettavo, non lo avrei mai accettato e mi faceva arrabbiare. Spero che da lassù tu mi dia la forza per andare avanti perché ti assicuro che ora come ora non la vedo. Cercherò il modo per portarti con me. Scusami se non sono stato sempre un figlio degno. Ora ho il cuore spezzato e avrei voluto mi portassi con te, se solo sapessi che questo sarebbe troppo dolore a te, Camilla, mamma, Marianna e chi ti vuole e ci vuole bene lo avrei già fatto. Mi hai spezzato il cuore, quando mi hai salutato mi hai fatto capire che ci saremmo visti oggi di nuovo ma mi volevi fare solo l’ennesimo scherzo. Dacci la forza ti prego». Le parole di Gianluigi, affidate ai social in una lettera aperta, tracciano un ricordo del papà, con sincerità e immediatezza. E poi una foto, un’immagine straordinariamente significativa, tra le centinaia che stanno inondando i l web in queste tristi ore: Gianluigi giovanissimo, ai suoi esordi canori e di sfondo, lui, papà Guido con la sua chitarra, sorridente e orgoglioso di suo figlio che lo guarda da lontano, come a proteggerlo, proprio come quella ideale guida che dall’altro giorno, Guido Lembo potrà dare dall’alto a Gianluigi. Ogg i a mezzog iorno nella Chiesa di Santo Stefano che affaccia in quella piazzetta simbolo di Capri, ci saranno i funerali di Guido, anche lui simbolo di questa magica isola, dove era conosciuto e amato da tutti, riconosciuto come l’imperatore di Capri dai personaggi not i come da i very normal people. Oggi in un sabato triste ci sarà l’addio. Un addio pianto da migliaia di persone, vip e persone comuni, un connubio che magicamente si componeva ogni sera nella sua taverna, ritrovo di tutti, appunto, del jet set internazionale e di chi almeno una volta nella sua vita, sbarcando a Capri desiderava vivere dal vivo quell’atmosfera unica e irripetibile che solo lo chansonnier delle notti capresi, il patron dell’Anema e Core sapeva regalare ai suoi ospiti nella sua taverna.