Fonte: Il Mattino
di Gianluca Agata
Ginnastica, judo, pallavolo, atletica e si potrebbero citare tutte le discipline interessate dalle Universiadi. Il magazzino di Salerno accoglie attrezzature per quasi tre milioni di euro che attendono ancora la loro destinazione. Non così per otto barche, RS21, un monotipo di fabbricazione inglese, valore complessivo 300mila euro. La V zona del presidente Francesco Lo Schiavo le ha sfilate alla burocrazia regionale prima che si cominciasse a discutere sul loro futuro. Forte di una collaborazione cominciata da lontano. Risultato: mentre da quattro mesi il materiale delle Universiadi è ancora stivato, le barche solcano da due mesi nei mari della Campania.
Come ci siete riusciti?
«Costruendo un percorso assieme alla Regione partito da lontanissimo. Quando le Universiadi erano ancora in dubbio».
La vostra arma vincente?
«Essere presenti dall’ inizio dell’ avventura organizzativa con progetti e idee, anche quando c’ era qualcuno che non ci credeva più. Ma abbiamo messo un punto fermo».
Quale?
«L’ interlocutore era la federazione, quindi la V Zona, e non il singolo circolo. Un passaggio fondamentale per ottenere il risultato».
La V Zona vale il Comitato Campano per altre discipline sportive.
«Esatto. Parliamo di 8000 tesserati, 45 società affiliate, 170 regate organizzate in un anno di cui 15 del calendario nazionale.
Nel 2020 ci sarà il campionato europeo orc a Capri organizzato da circolo Italia, yacht Club Capri e Yacht Club Italiano».
Torniamo alle barche, non le avete mai perse d’ occhio.
«Mai. Sapevamo in qualsiasi momento dove fossero e con chi fossero e abbiamo supportato la Regione anche quando, finita la manifestazione, le abbiamo trasferite a Salerno. Sì, perché dopo le regate, abbiamo chiesto se potessimo trasferirle a Torre del Greco per la manutenzione, per farne una scheda. Una volta rimesse a posto le abbiamo portate al magazzino, consegnate e stivate. E mai abbandonate».
Fiato sul collo, insomma.
«Esatto. Riuscire ad averle in tempi brevi è stato il frutto di due anni di lavoro a stretto contatto con la Regione, fatto di progetti e sacrifici».
Come mai le attrezzature delle altre federazioni sono ancora tutte lì?
«Le altre federazioni arriveranno tutte al traguardo. Noi forse siamo stati più veloci, ma non c’ è alternativa a rendere le attrezzature a chi le deve mettere a disposizione per il territorio, i comitati regionali in primis per le gare da organizzare».
Quali attività avete già organizzato?
«Innanzitutto va detto un grazie al Comune di Torre del Greco che ci ha permesso di creare un centro federale casa di tutte le barche. In due mesi c’ è stato un trofeo Uci a Napoli, la finale regionale del match race a Salerno, il prossimo week end ci saranno i raduni giovanili sempre a Torre del Greco».
Il sogno?
«Continuare così. Questa esperienza ha dimostrato la capacità organizzativa di tutti e sarebbe bello implementarla con altre manifestazioni come avviene già a Genova o a Cagliari. Abbiamo delle potenzialità enormi e una Regione che può fare squadra con un sistema velico campano preparato alle grandi sfide».