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Festival del Paesaggio 2025: ad Anacapri tra rovine, viaggio e identità

di Redazione
11 Settembre 2025
in News
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Seggiovia Monte Solaro

Fonte: quotidianonet.com

Ha preso avvio dal 7 settembre e proseguirà fino al 3 novembre 2025 a Villa San Michele e nel centro storico il Festival del Paesaggio di Anacapri con la sua nuova edizione curata da Arianna Rosica e Gianluca Riccio. Il progetto espositivo è articolato in due movimenti ‘ Travelogue. Paesaggi con rovine’, che rielabora il tema del viaggio, e ‘ Ruina. Ricercare un’identità nell’antico e nell’attuale’ il con alcune giovani artiste che, attraverso alcuni oggetti, legano le rovine d ieri all’oggi. Seppur con due percorsi diversi il Festival propone un’unica narrazione corale che intreccia paesaggio e memoria, arte contemporanea e rovina, viaggio e identità. Travelogue. Paesaggi con rovine Travelogue, Masbedo Con Travelogue la nona edizione del Festival rielabora il tema del Viaggio in Italia, riflettendo sul valore culturale e iconografico delle rovine. Le opere e installazioni site-specific di Angelo Mosca, Masbedo, Katarina Löfström, Alessio de Girolamo, Sislej Xhafa e Luca Pancrazzi contribuiscono a dare nuovi significati e forme alle rovine, allontanandole da un’estetica nostalgica e reinterpretandole come tracce vive di un paesaggio storico, artistico, sociale e personale. Alessio de Girolamo (1980) presenta un’installazione sonora che fonde memoria musicale e linguaggio digitale, creando un ponte tra passato e presente attraverso la costruzione di un paesaggio sonoro vivo e intimo che restituisce il respiro di una Capri notturna, personale e astratta. Katarina Löfström (1970) porta nel parco della Villa l’opera Open Source (4:3), una grande parete composta da migliaia di paillettes che reagiscono al vento e alla luce. L’opera riflette il paesaggio circostante, producendo un’immagine frastagliata e in continua mutazione: uno schermo vivo, cangiante, su cui si proiettano cielo, mare e tempo. Travelogue, Katarina Angelo Mosca (1961), con l’installazione Reperti, propone invece una serie di dipinti che indagano la relazione tra rovina e ritrovamento, tra ciò che è stato e ciò che può ancora nascere dall’arte come atto di scavo e di visione. Masbedo , il duo di registi e filmmaker formato da Nicolò Massazza (1973) e Iacopo Bedogni (1970), presenta al Festival l’opera video Resto dal nome dalla barca usata per trasportare un grande schermo a prua, sul quale viene proiettata una sonata andante di Gianandrea Fioroni. Luca Pancrazzi (1961) riflette sulla pratica artistica come processo relazionale e sul valore poetico dello scarto.

A Villa San Michele, Pancrazzi ha scelto di esporre i suoi paesaggi minuti che fanno appello a una memoria profonda, ad un mito, ad un archetipo poetico. Infine, l’installazione di Sislej Xhafa (1970), un arco sormontato dalla scritta al neon Paradiso gioca sulla tensione tra immaginario turistico e realtà quotidiana. Paradiso di Sislej Xhafa Xhafa firma anche due interventi pubblici del Festival allestiti nel centro storico: The Flag Project – III edizione , un’azione simbolica sul concetto di identità attraverso l’installazione di bandiere d’artista e Manifesto , un progetto visivo diffuso dedicato alle affissioni pubbliche della città. Ruina – Identità nell’antico e nell’attuale La rassegna Ruina , realizzata con il sostegno del Ministero della Cultura e di Siae nell’ambito del programma Per Chi Crea in collaborazione con Villa San Michele, presenta le opere di cinque giovani artiste italiane under 35 – Clarissa Baldassarri, Morena Cannizzaro, Maria Cavinato, Carmela De Falco, Irene Macalli – che, attraverso differenti linguaggi, inquadrano il tema delle rovine come presenze attive , come oggetti che, a partire dalla loro dimensione archeologica, appaiono in grado di recuperare tradizioni e relazioni, storie e immagini in via di scomparsa. Carmela De Falco (1994), con le sculture della serie “dentro, fuori” del 2024, affronta la rovina come perdita di una memoria, personale e collettiva, dovuta alla scomparsa di rituali quotidiani della tradizione del sud Italia e al contempo come dispositivo relazionale da riattivare. Le opere di Clarissa Baldassarri (1994) dal titolo “Dove sei?”, “Quando piombò il silenzio e il tempo sembrò essersi fermato” e “392 Km”, riflettono sui concetti di mobilità e immobilità , protezione e fragilità, che le rovine di ieri e di oggi evocano; sculture in polistirolo e blocchi di carta che attraverso la leggerezza del materiale sollevano nello spettatore dubbi sulla relazione tra passato e presente. Irene Macalli (1999) presenta due opere scultoree – “Identità” (2021) e la scultura “The journey of hope” (2021) – in cui il tema della rovina emerge nella sua dimensione di stratigrafia di memorie, private e sociali, e nel riferimento costante all’universo domestico come luogo ambivalente, in bilico tra sopravvivenza e dissolvenza.  L’opera Identità Maria Cavinato (1996) e Morena Cannizzaro (1997), rispettivamente con le serie fotografiche “Aurea interrotta” (2024) e “Nigredo” (2025), inquadrano il tema della rovina come ferita che si apre nel paesaggio, culturale e personale, contemporaneo, riconoscendo proprio nella frattura e nell’usura del tempo che attraversa un ordine storico o naturale, archeologico e oggettuale, lo spazio per configurare nuove strategie poetiche e nuove identità linguistiche. Premio Jumeirah Capri Palace: i vincitori Vincitori e giuria del Premio Jumeirah Capri Palace A Villa San Michele il 6 settembre nell’ambito del Festival si è tenuta anche la prima edizione del Premio Jumeirah Capri Palace , riconoscimento istituito dall’omonimo hotel. Il primo Premio Jumeirah Capri Palace sezione Travelogue è stato assegnato al duo Masbedo. Per la sezione Ruina il primo premio è stato attribuito a Clarissa Baldassarri. Menzione d’onore agli artisti Angelo Mosca, per la sezione Travelogue, e Irene Macalli per la sezione Ruina. Gli artisti selezionati, al termine del Festival, vedranno le loro opere entrare a far parte della collezione permanente del Jumeirah Capri Palace , oltre a ricevere un contributo economico a sostegno della loro attività creativa. La giuria della prima edizione era composta da autorevoli figure del mondo dell’arte e della cultura: Cristiana Perrella (Presidente), Direttrice del Macro, Museo d’arte contemporanea Roma; Aldo Cazzullo, Giornalista e Vicedirettore del Corriere della Sera; Angela Tecce, Presidente della Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee / Museo MADRE, Museo d’Arte Contemporanea Donnaregina, Napoli, Brunella Trimarco, Presidente della Fondazione Tridama, Napoli, Ermanno Zanini, Vicepresidente Jumeirah Group e General Manager del Jumeirah Capri Palace.

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