Fonte: Il Mattino
di Anna Maria Boniello
Monta la polemica a Capri dopo l’episodio del ritardo dell’arrivo dell’eliambulanza che doveva trasportare una paziente in gravi condizioni e in preda a una crisi respiratoria. La donna, L.D.A, cinquantenne madre di tre figli, si è spenta poi all’alba nell’ospedale Loreto Mare dove era arrivata dopo i travagliati soccorsi. Sul caso la magistratura ha aperto un’inchiesta: venerdì, proprio mentre erano in corso i funerali, la Procura ha fatto sequestrare la salma, ritornato a Napoli. Il corpo sarà sottoposto in questi giorni ad autopsia nell’istituto di medicina legale del Secondo Policlinico.
LE OMBRE La drammatica vicenda è iniziata poco dopo le 20 con l’arrivo del 118 e il ricovero al Capilupi, dove i medici hanno rianimato più volte la donna mentre si cercava affannosamente un elicottero per trasportarla in un ospedale sulla terraferma. Qui cominciano le prime ombre sulla tempistica e sulla richiesta dell’elisoccorso, che ufficialmente non poteva arrivare all’eliporto di Damecuta a causa dell’inefficienza dell’illuminazione dell’elisuperficie. Un problema che invece è stato superato quando intorno alla mezzanotte è atterrata con le luci perfettamente funzionanti l’eliambulanza del 118 di stanza al Cardarelli. Su questo aspetto il marito della donna, Nicola Farace – che si è visto sequestrare la bara con il cadavere della moglie durante il funerale – ha deciso di voler far luce, in particolare sul perché la donna non sia stata ricoverata al Cardarelli ma al Loreto Mare.Sulla tragedia di mercoledì scende in campo anche il presidente di Federalberghi Isola di Capri Sergio Gargiulo, da sempre in prima linea quando si tratta di discutere delle problematiche che complicano la vita degli isolani. Gargiulo mette sotto accusa i vertici regionali puntando il dito sulle inefficienze del sistema sanitario e dei trasporti, anche e soprattutto di emergenza. «Capri non può essere il vanto dell’Italia solo quando si tratta di farsi belli agli occhi del mondo – attacca il leader degli albergatori – Volevamo evitare che ci scappasse il morto e invece così è accaduto. Si sono rivelati vani gli allarmi che avevamo lanciato questa estate. Si è tornati a commettere i soliti errori ma questa volta il risultato è tragico e quello che sembra venire fuori da questa storia è terribile. Non si può morire perché isolani, non si può morire per scelte di uomini chiamati ad amministrare e decidere ma probabilmente inadatti all’incarico che ricoprono».
LE ACCUSE Gargiulo vuole conoscere i motivi che hanno impedito all’elicottero attrezzato di base a Pontecagnano di intervenire in tempo per salvare la vita della donna di Anacapri. «Come può un contratto limitare inderogabilmente l’orario di esercizio dell’eliambulanza alle 17? E come mai l’eliporto di Anacapri risulta agibile o meno a seconda di quello che passa al momento per la testa di chi deve decidere?». Gargiulo associa il problema eliporto a quello delle idroambulanze e pone una serie di domande ai vertici regionali: «Dove sono i mezzi promessi in estate? Come si fa a non vergognarsi di una gestione evidentemente scellerata se su tre idroambulanze disponibili, due risultano sempre inutilizzabili?». Gargiulo conclude poi sulla frattura istituzionale tra i due comuni isolani: «Il mio augurio è che possa prevalere la buona volontà e si riprenda la via della collaborazione perché la rottura dei rapporti istituzionali porta a una frattura nella nostra comunità, nel tessuto economico e turistico e danneggia l’isola intera. Invito quindi le parti al dialogo e alla moderazione».

















