Fonte: Mwetropolis
Si apre il processo a carico dei presunti datterai accusati di aver sfregiato le coste napoletane arrivando a danneggiare persino i Faraglioni di Capri. Nelle scorse ore si è svolta l’udienza preliminare a carico di 21 imputati accusati a vario titolo e con vari ruoli di associazione a delinquere finalizzata all’estrazione dei datteri di mare dal loro habitat naturale sulle scogliere e alla successiva commercializzazione. Condotte che per la Procura di Napoli avrebbero compromesso irrimediabilmente le scogliere antemurali del porto di Napoli e dei Faraglioni. Si sono costituite in giudizio ben 13 parti civili. Tra queste il Ministero della transizione ecologica, l’Inps, il Wwf e Legambiente. Il processo, celebrato dinanzi al giudice per le udienze preliminari del tribunale di Napoli si è aperto, tra l’altro, con un primo colpo di scena. Il giudice ha deciso di non concedere a 4 imputati il rito abbreviato condizionato all’escussione di un perito di parte. Richiesta avanzata dall’avvocato Raffaele Attanasio di Pompei nell’interesse dei suoi assistiti (Giuseppe, Elpidio e Catello Viola e Luciano Donnarumma). Secondo l’avvocato Attanasio, infatti, la perizia richiesta rappresenta la prova chiave per dimostrare l’innocenza dei suoi assistiti. Per la difesa, infatti, dagli accertamenti eseguiti emergerebbe che in realtà gli imputati non si trovavano a pescare datteri ma erano in altri luoghi. Una tesi che a questo punto la difesa porterà al centro del dibattimento. Nei mesi scorsi la Procura di Torre Annunziata ha imbastito un’inchiesta analoga sui datterai che ha portato all’esecuzione di numerose ordinanze di custodia cautelare per disastro ambientale


















