Fonte: Roma
Generosa famiglia di artisti, quella dei Pratella, attiva sin dall’Ottocento, a partire da Attilio (nella foto, un autoritratto), il capostipite, nato nel 1856 a Lugo di Romagna, presso Ravenna, poi trasferitosi a Bologna, quindi a Napoli, dove proseguirà i suoi studi sotto gli insegnamenti di Domenico Morelli e di Filippo Palizzi presso l’Istituto di Belle Arti, e dove avranno fine i suoi giorni, nel 1949, proseguendo con i figli Fausto, napoletano, formatosi all’accademia, arricchendosi contemporaneamente degli insegnamenti del padre e dell’esempio pittorico di Giuseppe Casciaro, morto nella sua città natale nel 1946, seppur molto presente a Milano, Paolo, nato nel 1892, anch’egli depositario degli insegnamenti paterni, lungamente presente a Capri, finito a Napoli quarantatré anni or sono, e Ada, la più giovane e certo la meno longeva, avendo vissuto solo ventisei anni, dal 1903 al 1929, ma così precoce nell’arte del dipingere da iniziare ad esporre giovanissima, prediligendo, nei suoi motivi d’ispirazione, soprattutto figure umane. Già dall’inizio di questo mese un’amplissima testimonianza della maestria di questi quattro pittori è in mostra al Vomero, presso la Casa d’Aste Errico, visibile dal lunedì al sabato, dalle 10 alle 13,30 e dalle 16 alle 19,30. Ben duecentouno lavori esposti che spaziano dal disegno a matita ad espressioni di tecnica mista, dall’olio su tavola, su tela o su cartone all’inchiostro su carta, a raffigurare volti, scene familiari, nature morte, struggenti tramonti e marine. Tra tutto ciò, anche una scultura di Achille Alberti, raffigurante il musicista Alfredo Catalani, illustre operista lucchese a cui i soli trentanove anni della vita non impedirono di comporre La Wally, ammirata da Gustav Mahler e diretta anche da Arturo Toscanini, e più recenti dipinti di Mario Pratella, nipote di Attilio, artista scomparso solo lo.