Fonte: Il Mattino
di r.s.
Sui campi di tennis di tutto il mondo, per 46 anni, è stato presentato così: «Arbitro Giuseppe Di Stefano dall’ isola di Capri». Arrivato a 73 anni Peppino Di Stefano (nella foto con Fognini e il figlio Giovanni) , personaggio a cui sono legati tutti gli assi della racchetta, ha raccontato la sua vita nel libro «Sotto la sedia» (LeVarie) scritto con i giornalisti Marco Caiazzo e Marco Lobasso. Lo presenta oggi, alle ore 18, presso il Tennis Club Capri, in via Sella Orta 8, con la partecipazione dei giornalisti Anna Maria Boniello, Gianfranco Coppola e Daniele Garbo. Atteso Peppino di Capri, che racconterà la sua lunga amicizia con l’ altro Peppino, notissimo nel mondo dello sport. Di Stefano – oltre 5000 partite dal 1974 al 2012, comprese 13 finali degli Internazionali di Roma, 32 sfide di Coppa Davis e quelle di due Olimpiadi – rivela in questo libro i suoi rapporti con campioni e campionesse, tra cui Panatta, Pietrangeli, McEnroe, Borg, Lendl, Navratilova, Sabatini, spesso suoi ospiti a Capri. Tutti lo apprezzavano per la signorilità e la competenza, rarissimi gli errori dalla sedia.
E questo perché Peppino Di Stefano è stato (ed è) istruttore di tennis, quindi conosceva bene la materia. Certo, non sono mancate in 46 anni le contestazioni, alcune clamorose, come la rottura di una racchetta da parte di McEnroe, che però decise di scattare con Peppino – anzi, Pipino, come lo chiamava John – la prima foto al fianco di un arbitro. Gestacci e urla, ma anche proteste con lo sguardo: quelli di Borg ed Edberg, svedesi dagli occhi di ghiaccio.