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Devastavano i Faraglioni e incassavano il Reddito

di Redazione
10 Giugno 2021
in News
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Seggiovia Monte Solaro

Fonte: Metropolis

di Tiziano Valle

In tasca i soldi del reddito di cittadinanza, tra le mani l’esplosivo per devastare i fondali della costa stabiese e della penisola sorrentina, fino ad arrivare ai Faraglioni di Capri, per estrarre i datteri di mare. Si aggrava la posizione dei pescatori di frodo, che facevano parte di un’organizzazione criminale, smantellata lo scorso marzo. La Procura di Napoli ha deciso di contestare agli indagati anche il reato di truffa ai danni dello Stato, perché a seguito delle verifiche condotte dalla guardia di finanza, i datterai risultavano anche percettori del reddito di cittadinanza. Tra quest i f igurano anche gli stabiesi Catello Avella (50 anni), Elpidio Viola (53 anni) e Giuseppe Viola (66 anni), che finirono in carcere durante il blitz dello scorso marzo, e Catello Viola (31 anni) e Luciano Donnarumma (38 anni), che invece sono stati sottoposti alla misura cautelare degli arresti domiciliari. I cinque stabiesi, tutti difesi dall’avvocato Raffaele Attanasio di Pompei, sono stati interrogati nei giorni scorsi dai pm che gli contestano di aver omesso di indicare al momento della presentazione della domanda per il reddito di cittadinanza, di essere proprietari di alcune auto oltre che di percepire il sussidio continuando a commettere l’attività illecita della pesca di frodo. Per quanto riguarda il primo aspetto i datterai si sono difesi spiegando che le vetture di proprietà erano vecchie e nessuna acquistata nei due anni precedenti alla domanda per il reddito di cittadinanza. Ma il punto è che la Procura gli contesta di aver continuato a fare affari con il commercio illegale dei mitili, estratto dagli scogli della costa stabiese e sorrentina, e finanche di Capri, pur percependo il sussidio. L’affare dei datteri di mare, secondo quanto più volte dichiarato anche da ufficiali della guardia costiera, sviluppa un business da circa 80mila euro al mese. Un chilo di mitili estratti dagli scogli, devastando i fondali e mettendo a rischio l’ecosistema marino, viene rivenduto a circa 100 euro al chilo e durante una battuta di pesca, utilizzando esplosivo, c’era anche chi riusciva a Rispetto a questa accusa, i datterai hanno chiesto l’acquisizione delle celle telefoniche dei loro cellulari, nei giorni in cui la guardia di finanza ipotizza che siano stati devastati i fondali, per dimostrare che loro non erano a Capri. Una richiesta che ora è sul tavolo della Procura, che dopo aver completato gli interrogatori, anche per il nuovo reato contestato, potrebbe chiedere il giudizio immediato per le 17 persone destinatarie di misure cautelari nell’ambito del blitz messo a segno lo scorso marzo. Diverse le accuse contestate dagli investigatori tra le quali spicca quello di disastro ambientale, che prevede pene severissime dopo l’introduzione della legge sugli ecoreati introdotta nel 2015 dal governo Renzi.

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