Mariano della Corte – Capri. Incontro per palati fini negli oliveti di Mesola ad Anacapri, dove gli associati dell’ Oro di Capri, l’ associazione presieduta da Pierluigi La Femina che tutela le antiche tradizioni legate alla coltura degli olivi e la produzione di olio, hanno illustrato agli chef capresi i risultati degli ultimi tre raccolti e le peculiarità di ciascuna annata dell’ olio da loro prodotto. Il coordinatore del progetto Carlo Lelj Garolla ha illustrato le varie fasi che hanno portato, da tre anni a questa parte, alla produzione dell’ olio caprese, a partire dalla risistemazione della zona a macchia che era rimasta a lungo sommersa dalla vegetazione. Oggi l’ olio, battezzato «Il cappero», viene prodotto seguendo tutto il disciplinare della Regione, a tutela della sua autenticità e qualità, ed è ai primi posti della classifica degli oli della Penisola, riuscendo ad ottenere l’ attestato di Grande Olio da Slow Food. A scendere nei dettagli tecnici è stato l’ agronomo dell’ associazione Angelo Loconte che ha guidato gli chef capresi in una degustazione nel corso della quale hanno potuto apprezzare le diverse fragranze aromatiche, segnate dalle erbe tipiche della macchia mediterranea caprese, dal mirto al rosmarino e al timo. A completare la degustazione, nell’ ambito di un progetto di tutela delle biodiversità, le leguminose tipiche di Capri, il fagiolo rosso di Monte Solaro e le cicerchie che sono sempre state una componente essenziale della cucina tipica caprese. È questo solo il primo degli appuntamenti autunnali, ha fatto sapere il socio dell’ Oro di Capri Vincenzo Torelli: in serbo ci sono nuove attività anche per far crescere il senso di attaccamento al territorio e alle tradizioni fra le nuove generazioni capresi.