Fonte: Metropolis
di Marco Milano
A Capri un’area di settemila metri quadrati abbandonata tra degrado e rifiuti, gli abitanti protestano, pronta una petizione e il coinvolgimento delle associazioni ambientaliste. Ancora nessuna soluzione in vista per quell’enorme spazio verde che un tempo nella zona alta dell’isola azzurra in via Cesina, lungo l’itinerario che conduce ai piedi del monte San Michele dirimpettaio del monte Tiberio veniva utilizzato da intere generazioni come campo di calcio. Un rettangolo di gioco, quasi regolamentare, che ospitava tornei rionali che vengono raccontati dai giovani capresi di allora, oggi cinquantenni ed oltre, come indimenticabili momenti di vita sana e spensierata e che poi ogni 29 settembre, in occasione della festività che celebra tra gli arcangeli anche San Michele, si trasformava in un teatro en plein air per le performance live dei big della musica e del cabaret. Lo spazio nel mirino delle proteste, va ri-cordato ad onor del vero, è di proprietà privata ma negli anni scorsi veniva lasciato, in qualche modo, indirettamente, all’utilizzo dei capresi, giovani e non, che si facevano carico anche di una sorta di manutenzione volontaria. Poi da quando, come raccontano gli abitanti di Cesina, quei parapetti che inizialmente cingevano lateralmente il campo consentendo un ingresso centrale, divennero un unico muro off limits per tutti, la vegetazione è cresciuta ad altezza uomo, visto che il campo non veniva più calpestato e soprattutto si trasformava in un ricettacolo di rifiuti di vario genere, da quelli di risulta ai cosiddetti pesanti, scomodi da conferire e incivilmente gettati senza autorizzazione in quello che era il campo di Cesina. Trent’anni sono trascorsi raccontano gli abitanti della zona qualche volta il comune e la società che si occupa di igiene pubblica hanno fatto piccoli interventi di ripulitura che sono ovviamente durati ben poco, in altre occasioni sono state persone legate alla stessa proprietà a farsene carico. Ma la situazione è sempre la stessa, settemila metri quadrati in una zona panoramica, completamente in stato di abbandono, con ratti e serpenti che si annidano all’interno, ora basta, siamo pronti a forme di protesta anche forti.