Fonte: Il Mattino
di Donatella Longobardi
«Il podio? Un’isola di solitudine, bisogna fare scelte, non come nella politica dove un giorno una cosa è bianca, in un altro è nera, in un altro ancora rossa». Bagno di folla per Riccardo Muti ad Anacapri sulla terrazza dell’Hotel Caesar Augustus per presentare il suo ultimo libro, L’infinito tra le note Il mio viaggio nella musica (Solferino). Ospite della famiglia Signorini, complice l’ex sovrintendente del San Carlo Francesco Canessa, che ha proposto per il libro il Premio Napoli alla saggistica.
Il maestro ha raccontato di sé, delle difficoltà di dirigere un’orchestra, della necessità della formazione: «Molti ha detto arrivano al podio senza saper suonare uno strumento, altri dopo aver perduto la voce. Invece serve formazione, studio continuo, spesso guardano solo lo spartito, invece Wally Toscanini mi raccontò che il padre per una luce sbagliata fece fermare uno spettacolo. Così prendono spazio i registi». E traccia una «radiografia» del direttore tra battute in napoletano, tanta ironia e molto humour. E ha ricordato il suo maestro al Conservatorio di San Pietro a Majella, Vincenzo Vitale, ma anche Votto che a Milano fu assistente di Toscanini.
«Per me tornare a Capri dopo tanti anni è stato come un tuffo nel passato, un bagno nella bellezza in un luogo conservato grazie al culto della bellezza», ha confidato il Maestro che, giunto sull’isola giovedì, ripartirà domani. Con lui la moglie Cristina, il figlio Francesco con la moglie e i figli della coppia, Riccardo Jr e Sofia. La famiglia si è concessa una passeggiata in piazzetta per un po’ di shopping e un pizzico di mondanità, Muti invece è restato in albergo per riposare e studiare. «Vorrei che il nostro Paese tutelasse di più la cultura e la bellezza in modo che i miei nipoti e i giovani possano goderla, in America mi raccontavano una battuta: Dio quando creò il mondo si accorse che era troppo bello e creò gli italiani, invidiosi di un patrimonio che abbiamo il dovere di tramandare».