Anna Maria Boniello – «Ho chiesto l’ accesso agli atti al mio ex ufficio poiché si tratta di pratiche complesse e sono passati quattro anni dalla data del rilascio. E poi devo ribadire che sono sicuro della correttezza dell’ operato della Soprintendenza». Giorgio Cozzolino, l’ ex soprintendente ai beni architettonici e paesaggistici, indagato dalla Procura con altre 16 persone per il caso delle «licenze facili» al lido Nettuno ad Anacapri, interviene da Ravenna dove oggi è alla guida della Soprintendenza per chiarire la sua posizione. «Ricordo che la pratica oggi al vaglio della magistratura fu oggetto di un’ istruttoria approfondita – prosegue – e ricordo che i progettisti erano di fama nazionale, mi pare che appartenessero allo studio Pininfarina. Per quanto riguarda le autorizzazioni voglio precisare che si tratta di pareri paesaggistici, che abbiamo espresso sia sul condono sia sulla richiesta di licenza a costruire. Queste ultime vengono rilasciate dal Comune».
Intanto, ieri mattina, sulla piazzola del lido Nettuno sono arrivati una ventina di militari delle Fiamme Gialle e della Guardia Costiera per ultimare il decreto di sequestro e sgombero di persone e cose all’ interno del complesso balneare che era stato oggetto di provvedimento della magistratura. Intorno alle 10 il nucleo operativo della Guardia di Finanza di Capri guidato dal luogotenente Pietro Varlese e il personale della Guardia Costiera coordinato dal comandante del Circomare Capri Daniele Praticò e dal luogotenente Vincenzo Vitiello si sono recati nell’ area della Grotta Azzurra dove è ubicato lo stabilimento Nettuno, dove erano attesi dal proprietario, l’ imprenditore di Riardo Raffaele Perrella. L’ ispezione è durata circa un’ ora e i militari, dopo essersi assicurati che la struttura era sgombra di persone e cose, hanno proceduto a chiudere definitivamente il lido già sotto sequestro da un settimana e hanno apposto i sigilli di rito.
Sulla vicenda il sindaco di Anacapri, Franco Cerrotta, ribadisce la sua posizione: «Confermo tutto quanto ho già dichiarato e cioè che ho piena fiducia nell’ operato dei miei uffici. Ritengo, altresì, che le operazioni svolte al Comune e presso le abitazioni dei miei funzionari – conclude il primo cittadino di Anacapri – siano a vantaggio degli stessi, in quanto più approfondite saranno le indagini tanto più si rivelerà la loro estraneità rispetto alle accuse».


















