La redazione di Capri Press esprime il suo cordoglio per la prematura scomparsa del grande amico e artista macedone Simon Uzunovski.
In sua memoria riproponiamo un’ intervista fatta da Mariano Della Corte, comparsa sul Magazine Yacht Capri nel maggio 2011, dove se ne ricorda il talento artistico e la persona. Scompare con Simon uno degli ultimi pittori naif che hanno dipinto Capri, in grado di cogliere l’anima più vera dell’isola, quella che solo artisti ispirati come lui riuscivano a sentire ed interpretare. Alcune sue tele sono esposte in prestigiosi musei di Skopje ed in tante abitazioni, Hotel e Ville di Capri.
Da Yacht Capri Magazine. Maggio 2011.
RACCONTI COL PENNELLO
Continua da ben quarant’anni il percorso ad intrecci che lega la vita di Simon Uzunovski all’isola azzurra. Il pittore, architetto macedone, nato a Belgrado nel 1949 e cresciuto a Skopje, dopo aver tanto girovagato tra le terre Balcaniche di Macedonia, Serbia e Croazia e le isole della Grecia, approda un giorno per caso del 1971 sull’isola di Capri, dove decide di intensificare di anno in anno i suoi soggiorni.
L’aneddoto del suo primo incontro con l’isola risale proprio all’ottobre del ’71. Era a Napoli, aveva visitato i luoghi più belli del Golfo, tra cui gli scavi di Pompei ed aspettava di dirigersi in Tunisia con una nave che salpava ogni mercoledì.
Dato che mancava ancora qualche giorno alla partenza, gli avevano consigliato di visitare l’isola di Capri. Simon racconta che fu amore a prima vista, rimase folgorato dalla Piazzetta all’imbrunire. Ricorda, di quella sera d’ottobre, i colori del tramonto d’arancio, dalla Terrazza della Funicolare, che davano alla roccia del Solaro una veste ambrata e, dell’ossessione di lì a pochi anni che lo porterà a piantare il cavalletto sulle scale della chiesa in Piazzetta, proprio per carpire le diverse sfumature di colori, persone e architetture che diverranno i temi quotidiani della sua espressione artistica.
Dopo quell’incontro Simon si ripromette di tornarvi l’anno successivo per restare qualche settimana sull’isola. Così nell’estate del ’72 si accampa su un terrazzo libero a ridosso di una villa disabitata sulla Marina Grande, munito solo del suo zaino.
Ricorda: “era un momento molto felice per Capri, era popolata da tanti giovani e io trovai sulla prima via di Marina Grande un cancello aperto che, dopo tante scalette portava ad un terrazzo di una villa disabitata. C’era il terrazzo, c’era una doccia, lasciavo lì il mio zaino e di giorno giravo l’isola per conoscerla meglio.”
Oltre che della natura colorata e solare di Capri e dei suoi ospiti stranieri Simon ci parla dei primi incontri con gli isolani. Si trovava sullo Scoglio delle Sirene a Marina Piccola e aveva montato il suo cavalletto su cui dipingeva la piccola Baia con le architetture della Terrazza Ciro a Mare dei Bagni Internazionali. Lì conobbe due ragazze brasiliane che si fermarono incuriosite a parlare con lui.
Di lì a poco si avvicinò anche Salvatore, il bagnino dello stabilimento, che si mostrò interessato ad acquistare il quadro. Simon non voleva vendere, faceva uno studio, dei bozzetti che avrebbe voluto riportare via con sè in Macedonia per farne un lavoro successivo. L’occasione del quadretto diventa un tema d’incontro. Salvatore racconta del periodo della II guerra mondiale, di quando era di stanza ad Ohrida ed altri mille piccoli aneddoti. Il bagnino narratore andrà via con il quadro che Simon gli regalerà, ricambiando il “pensiero” con due bottiglie di vino. Simon ricorda il momento con tanta gioia: “questo mi ha colpito di Capri, l’accoglienza e la disponibilità delle persone oltre che le sue meravigliose architetture e paesaggi.”
La sua pittura la definisce non uno stile ma un linguaggio. Le sue tele diventavano uno strumento d’incontro per chiunque si trovi nei paraggi, mentre lui è intento a dipingere. “Una volta – ricorda – davanti ad un mio dipinto, si misero
a discutere, in Piazzetta, uno spazzino dell’isola ed un ministro della Repubblica italiana. Io, lo seppi solo dopo”.
Le piccole volte, i colori semplici e vivaci, il tratto naif e impressionista, spontaneo come lo sguardo di un bambino, ma nello stesso tempo preciso come la matita dell’architetto, contraddistinguono la pittura di Simon. Sono diventati una sorta di metatesto che aiuta gli stessi capresi e visitatori a parlare delle forme di Capri di ieri e di oggi. Davanti ai suoi quadri ci si trova al cospetto dell’anima più intima dell’isola, di fronte alla gioia di vivere le atmosfere e le vedute dell’isola. “Io avevo deciso di focalizzarmi su questo – continua Simon – , sull’espressione di quell’allegria che sentivo avvolgermi, per rappresentare la gioia attraverso quadri leggeri; la mia passione è la sua architettura, una sintesi del paesaggio mediterraneo che dopo tanto vagare, tra le coste dalla Croazia alla Grecia, mi ha spinto a tornare qui, ogni anno”. Gli alberghi, i ristoranti, le case capresi sono diventati le gallerie di Simon che, nei diversi anni ’80 e ’90 fino all’ ultimo decennio, hanno ospitato e, a volte, anche acquistato i suoi quadri.
La sua pittura appassiona americani e capresi, russi ed arabi, la sua semplicità e vivacità restituiscono un’allegria di cui ognuno vuole possedere un pezzetto. Quest’estate le sue tele saranno esposte, come ogni anno, nell’ androne del municipio di Capri che affaccia sulla Piazzetta, dove il pittore, tutte le estati, rincontra gli amici, quelli locali e quelli stranieri che non possono fare più a meno della sua gioia contagiosa.




















