Anna Maria Boniello. Capri. Oltre tredicimila persone sono partite ieri da Capri al termine di uno dei ponti più lunghi dell’ anno, mentre in mattinata sull’ isola ne erano sbarcate ancora diecimila. Ossia poco meno di quelle 15mila che hanno fatto gridare all’ assalto e spinto molti a invocare il numero chiuso. Segno che la fabbrica del turismo gira a mille, con navi, traghetti e aliscafi che non smettono di arrivare da da Napoli, Ischia, Sorrento e la costiera amalfitana. Nonostante tutto, ieri è stata una giornata di caos calmo: nessun incidente ha turbato l’ aria di festa, il rientro si è svolto disciplinatamente, soprattutto perché si è spontaneamente scaglionato. A mezzogiorno avevano lasciato l’ isola ben 2700 turisti. In più, le compagnie avevano programmato cinque corse straordinarie riservate ai turisti e un aliscafo riservato ai crocieristi che ha riportato a terra ben 360 persone. Ad alleggerire poi il carico sulle banchine è stato l’ impiego sulla rotta della motonave veloce isola di Capri, il moderno e velocissimo mezzo della Caremar che per i mesi estivi è stato noleggiato dalla Snav, proprio per evitare criticità nei giorni caldi. Non c’ è stato quindi il temuto pericolo del controesodo e questa volta, muovendosi con anticipo, si è potuto organizzare al meglio tutto il sistema della mobilità sia a mare che a terra. In più, sono state adottate una serie di misure che venivano chieste da tempo anche da parte dell’ amministrazione comunale. La Capitaneria di porto, infatti, ha fatto attraccare gli scafi più grandi e gli aliscafi provenienti da penisola e costiera all’ ormeggio detto della banchinella. Una larga piazzola utilizzata di norma solo per gli attracchi delle navi veloci. È bastato questo spostamento per agevolare il transito sulle strette banchine del porto commerciale e rendere meno pericolosa la concomitanza di arrivi e partenze che crea spesso ingorghi, alimentando a volte una barriera umana invalicabile. Scene da incubo che l’ isola intera non vorrebbe vedere più. Dice il presidente di Federalberghi isola di Capri, Sergio Gargiulo, che aveva puntato l’ indice contro il caos e l’ invivibilità del Molo Beverello: «Dobbiamo cominciare a riflettere anche noi sull’ organizzazione da dare al nostro porto. Vanno superati, anche con una conferenza di servizi, quegli ostacoli burocratici che ci vietano di realizzare un terminal per i passeggeri, un punto di deposito bagagli e ricoveri per il personale alberghiero addetto ai trasferimenti, toilette e bagni pubblici dislocati in varie posizioni della marina e pensiline per riparare dal sole o dalle intemperie i passeggeri in transito. Adeguamenti minimi ed organizzazioni razionali con la divisione degli attracchi, così come è stato sperimentato ieri da parte della Capitaneria. Accorgimenti minimi che potrebbero mettere per sempre la parola fine al tanto temuto numero chiuso». I suggerimenti che arrivano dal presidente degli albergatori dell’ isola sono in sintonia con il pensiero espresso dal consigliere delegato al Turismo Antonino Esposito e dall’ amministrazione comunale, che è ben decisa a coinvolgere in una tematica così delicata il sottosegretario del Mibact, Ilaria Borletti Buitoni, alla quale è stata indirizzata una lettera partita dopo il caos del giorno della Festa della Repubblica. Il sottosegretario del Mibact ha già messo in campo una serie di iniziative in altri luoghi delicatissimi e ad alto tasso di presenze turistiche, come Venezia e le Cinque Terre: in particolare attraverso nuovi sistemi informatici con l’ utilizzo di applicazioni per IOS e Android è possibile informarsi in tempo reale sulle condizioni di affollamento di questi luoghi. ©