
Anna Maria Boniello – Ancora una volta per combattere l’ abusivismo scende in campo la Procura di Napoli. Questa volta a finire nel registro degli indagati del pubblico ministero Monica Campese, della sezione reati contro la pubblica amministrazione, non sono stati proprietari di immobili o titolari di ditte edili, ma cinque componenti della commissione edilizia del Comune.
L’ iniziativa intrapresa dal magistrato si inquadra nell’ ambito della maxi inchiesta antiabusivismo che da due anni i carabinieri di Capri, su delega della Procura, hanno avviato in tutto il territorio isolano. Una capillare e minuziosa azione di verifica sia all’ interno dei cantieri aperti sul territorio sia negli uffici dove giacciono migliaia di richieste di condono rimaste inevase e che da qualche mese sono al vaglio delle commissioni e dei funzionari.
L’ intervento dei militari che hanno rimesso alla magistratura le loro risultanze sta portando man mano allo scoperto una serie di illegittimità per quanto riguarda sia gli abusi che i condoni. Ed è proprio una pratica di condono che ha portato a carabinieri a notificare cinque avvisi di garanzia nei confronti di altrettanti componenti delle commissioni edilizia e integrata del Comune di Capri. Il reato contestato è l’ abuso d’ ufficio in concorso. Sulla stessa pratica, al momento della deposizione degli atti in Procura vennero già iscritti nel registro degli indagati il capo dell’ ufficio tecnico comunale e il professionista che aveva firmato la nuova richiesta di condono. La pratica era entrata nel mirino degli inquirenti poiché la relazione grafica presentata per la richiesta di condono era difforme rispetto a quella originale del 1986. Messi a confronto grafici e richieste, i magistrati hanno scoperto che nel nuovo condono risultavano circa 60 metri quadrati in più di volume rispetto al precedente. Un episodio non irrilevante poiché l’ aumento volumetrico faceva accrescere di gran lunga il valore dell’ immobile, consentendo di sanare abusi realizzati successivamente rispetto alla data del condono.
VIA IL PONTEGGIO La notizia delle iscrizioni nel registro degli indagati ha destato clamore anche perché ormai non si contano le pratiche che sono al vaglio della Procura guidata dal procuratore capo Giovanni Melillo e in particolare sul tavolo dell’ aggiunto Nunzio Fragliasso, del pm Francesca De Renzis e dell’ ex pm antimafia Catello Maresca che è titolare dell’ inchiesta sui lavori pubblici per la messa in sicurezza dell’ Arco Naturale.
L’ azione dei carabinieri per combattere l’ abusivismo si è estesa a macchia di leopardo in tutto il territorio, da Tragara a Marina Piccola, dalla Grotta Azzurra ai Faraglioni fino all’ Arco Naturale e alle strade adiacenti la Piazzetta. È stato rimosso in questi giorni dalla stessa ditta costruttrice il lunghissimo ponte in legno e acciaio, di oltre cento metri, che collegava i Faraglioni con la stradina sovrastante. Un lungo serpentone immerso nel verde e poggiato sulla roccia dell’ isola, in una zona di alto pregio ambientale soggetta a protezione integrale e in un’ area a rischio frane. Il ponteggio è stato smantellato dopo l’ intervento dei carabinieri; l’ operazione fu condotta dal capitano Marco La Rovere della compagnia di Sorrento che ha competenza anche per l’ isola di Capri.
Finora sono otto i cantieri sequestrati tra Capri e Anacapri.
IL LIDO AUTORIZZATO Il sequestro più ampio è stato quello della scorsa settimana ad opera della Guardia di finanza e della Capitaneria di porto ad Anacapri, nella zona della Grotta Azzurra, dove sono stati posti sotto sequestro circa 4mila metri quadrati dell’ intero lido balneare Nettuno, anche se il titolare era in possesso di permessi e autorizzazioni rilasciati dagli enti competenti. Su questo aspetto sono intervenute pesantemente Italia Nostra Napoli e Legambiente Isola di Capri che hanno preso di mira anche tecnici, funzionari e componenti di commissioni. Legambiente in un comunicato ha denunciato che «la rete di connivenze deve essere smantellata» per il bene della legalità e della nostra isola, che continueremo a difendere da speculazioni e devastazioni».


















