Fonte: Roma
Conclusione spettacolare per il Festival internazionale di Capri “Il Canto delle Sirene” con un suggestivo concerto nella Grotta Azzurra. Artisti reali che suonano e cantano sulle rocce di uno dei luoghi più celebrati al mondo. La prima edizione della rassegna culturale è nata da un’ idea del attore, regista e autore Geppy Gleijeses. Allievo prediletto di Eduardo De Filippo, vincitore di numerosi premi alla carriera e attuale direttore artistico de “Il Canto delle sirene”. «Mi sono sempre chiesto perché l’ isola più bella del mondo, il magico atollo che ha stregato Cesare Augusto, Tiberio, Gorkij, Lenin, Wilde, Neruda, Norman, Douglas, Ibsen e Malaparte non ha mai ospitato nella sua storia una manifestazione “organica” che le rendesse giustizia e la eleggesse a meta di un grande turismo culturale nel XXI secolo. Il nostro obbiettivo è dunque quello di creare un festival sofisticato e popolare che rapidamente diventi interlocutore e sfidante dei Festival di Avignone ed Edimburgo» commenta Gleijeses. La kermesse di teatro, musica e arti visive è iniziata il 10 settembre con una mostra di Gabriele Giugni, fotografo che in barca a vela ha ripercorso il viaggio di Ulisse attraverso il Mediterraneo, immortalandolo in una serie di scatti subacquei. L’ 11 settembre nella Certosa di San Giacomo si è svolto il reading “Il resto di niente” tratto dal romanzo di Enzo Striano, con Stefania Sandrelli e Marisa Laurito accompagnate al pianoforte da Sandro De Palma che ha suonato brani di Debussy, Liszt, Mozart e ancora Cimarosa e Satie. Sempre la Certosa ha ospitato il 14 settembre la “Reunion” della Nuova Compagnia di Canto Popolare con Eugenio Bennato, Giovanni Mauriello, Patrizio Trampetti e Fausta Vetere. Il 17 settembre invece è stato il turno dell’ albergo Caesar Augustus, sul cui terrazzo è andata in scena “Aneme Pezzentelle Blues”. Per arrivare al gran finale nel luogo simbolo di Capri e meraviglia assoluta della natura: Fiorenza Calogero e Mario Maglione, accompagnati dal chitarrista Carmine Terraciano, hanno eseguito tre concerti di mezz’ ora intervallati ognuno da 10 minuti di pausa. Gli artisti, posizionati nell’ antro in fondo alla grotta senza alcun tipo di amplificazione artificiale, hanno fatto vibrare l’ aria incantata con le note della loro musica, emozionando gli spettatori che si sono goduti lo spettacolo sulle caratteristiche barchette dei battellieri. Il concerto, che ha riscosso enorme successo, era incentrato sulle melodie napoletane del ‘800, periodo in cui il poeta e pittore prussiano Augusto Kopisch assieme al pescatore caprese Angelo Ferraro detto “o Riccio”, il pittore Ernesto Fries, il locandiere Pagano e l’ asinaro Michele Federico riscoprirono il piccolo ingresso del gioiello caprese. Precisamente nel 1826 venne individuata la cavità che in epoca romana, ai tempi dell’ imperatore Tiberio, era un ninfeo marittimo: si trattava dell’ appendice della villa augusto-tiberiana detta Gradola. A testimonianza di ciò le numerose statue ritrovate all’ interno della Grotta, raffiguranti Poseidone, un tritone ed altre creature marine, oggi conservate all’ interno del Museo della Casa Rossa. Dopo il tramonto dell’ Impero romano la Grotta venne abbandonata, antiche leggende capresi volevano infatti che “l’ antro maledetto” fosse abitato da spiriti e diavoli, fino a che la pubblicazione della scoperta della Grotta Azzurra fu riportata nell’ annuario “Italia” e l’ isola diventò una delle mete più ricercate dai ricchi viaggiatori europei.
Ad onor del vero però la Grotta era già nota prima della redazione del racconto, sopratutto fra gli scrittori romantici che amavano cantarla nelle loro poesie: Hans Christian Andersen scrisse “Vicino alla superficie dell’ acqua, non lontano da me, vidi una stella azzurra, che proiettava un lungo raggio di luce, puro come l’ etere, sullo specchio dell’ acqua”.