Fonte: Vanityclass.it
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L’isola dei miti raccontata da un esperto, autore anche di “Un’altra Capri”
Giornalista, Luciano Garofano è stato direttore del settimanale “Capri Oggi” e responsabile della redazione caprese del quotidiano “Il Golfo” oltre ad essere stato corrispondente di diverse testate regionali e nazionali.
Nel 1996 Garofano ha ricevuto un riconoscimento per il suo impegno giornalistico nell’ambito della XIII^ edizione del “Premio Capri S. Michele”.
Nel 2007 ha pubblicato il libro “Spadaro, il mito meglio riuscito di Capri (dopo Tiberio)” (Edizioni La Conchiglia). Nel 2018 il libro “Capri in Etichetta” (Editoriale Scientifica). Nel 2019 il libro “Un’Altra Capri” (Edizioni Promediacom) Storie vere, Miti e Intrighi Isolani.
Nel 2020 ha ricevuto il “Premio Capri San Michele – Sezione Turismo” – XXXV^ Edizione, con il libro “Capri in Etichetta”. Nel 2024 ha pubblicato il libro “Capri e l’arte dell’ospitalità attraverso i secoli” (Edizioni Capri Green). Nel 2024 il libro, con Giovanna Cario, “La Piazza di Capri” (Grimaldi Editore). Si occupa di conferenze, rassegne e mostre sulla storia di Capri oltre a scrivere articoli di cultura su riviste e settimanali locali. “La storia dell’evoluzione turistica di Capri si è sempre identificata in quella dei viaggiatori che ne hanno dettato i tempi e gli aspetti meglio confacenti al clima culturale di appartenenza.
Da quello archeologico, naturalistico e neoclassico del Settecento a quello romantico e decadente dell’Ottocento, da quello libertino e poi futurista di inizio Novecento, a quello austero e patinato del Ventennio Fascista, fino a quello eccentrico e stravagante degli anni Cinquanta e Sessanta, e così via.
Attraverso gli ultimi decenni, di estrema omologazione e massificazione turistica, l’isola ha finito, però, per adeguarsi alle mutate esigenze di una clientela sempre più particolare.
Accanto al turismo stanziale che resiste ancora secondo i sui ritmi, sta sempre più dilagando il turismo di massa
Meglio sarebbe definirlo globale che, per portata e multietnicità, con arrivi che superano giornalmente, spesso, il numero dei residenti e la standardizzazione dei servizi, è diventato oramai parte del paesaggio ed ha cambiato il volto dell’isola.
L’impetuoso e inesorabile sviluppo economico legato alla sua affermazione ha finito, infatti, per cancellare sull’isola memorie ed abitudini secolari, sconvolto l’aspetto topografico dell’antico borgo. Ma anche quello della marina quanto quello del paese, rendendo sempre più difficile il viaggiare individualmente, secondo propri tempi, itinerari ed occasioni, lungo un percorso della Capri del cuore“.
Chi sono rispetto a un tempo i suoi protagonisti?
“L’isola fino alla fine degli anni Settanta conservava ancora quel suo certo fascino segreto, grazie alle frequentazioni di quegli ultimi epigoni degli eccentrici personaggi, italiani e stranieri, che avevano popolato negli ultimi due secoli i giorni e le notti capresi. La Piazza diventata, nel suo uso e consumo mondano, la Piazzetta più famosa del mondo In particolare, era il luogo d’elezione di un fantastico parterre de rois.
Lungo quella sorta di red carpet virtuale, srotolato tra la Piazzetta e via Camerelle, c’era un via vai continuo di artisti e scrittori, personaggi belli e ricchi, uomini altolocati e donne eleganti, ma non mancavano gli avventurieri e gli affaristi, attori, star e starlette del cinema.
Una galleria infinita di personaggi, ognuno con la sua storia alle spalle. Poi un progressivo declino, che ha finito per assecondare una trasformazione imposta dalla tipologia dei suoi frequentatori. Tra questi, non mancano influencer e tiktoker, attratti da nuove mode e modi di vivere la mondanità caprese tra feste e divertimenti sempre più social. L’isola, nonostante tutto, conserva ancora il suo fascino legato alle attrattive culturali, grazie ai tanti eventi che si svolgono, al recupero delle tradizioni, e a quelle naturali, uniche e impareggiabili. E proprio la gestione di un turismo sostenibile deve comportare grandi capacità di risposte imprenditoriali, istituzionali e del mondo del lavoro per far fronte alla continua aggressione del territorio.
Cosa cambierebbe oggi di Capri?
“L’invasione a cui stiamo assistendo, fatta di grandi numeri e di grandi spostamenti, finisce per bruciare non solo i luoghi toccati, distruggendo le stesse ragioni d’essere del viaggio
Ma mette in discussione anche le finalità di fare turismo sull’isola. E rischia, seriamente e definitivamente, di azzerare anche i caratteri distintivi di quell’arte di ospitare, tipicamente caprese, così faticosamente costruita attraverso i secoli. E’ un binomio inscindibile dalla storia degli uomini che l’hanno esercitata, trasformando un’isola di pescatori e agricoltori in un’industria del turismo. Ecco cambierei o meglio recupererei i canoni di quella delicata arte dell’ospitalità, riducendo i numeri ed innalzando la qualità dei servizi offerti”.
Quale figura del passato del presente la appassiona di più?
“L’Altra Capri, quella che prediligo con i suoi mitici personaggi consegnati alla storia, divenne non solo meta prediletta di intellettuali, pittori e scrittori, soprattutto stranieri. Ammaliati dalle bellezze dell’isola decidevano, spesso, di prolungare il loro soggiorno e vi si stabilivano per il resto della vita. Ma anche, non tanto segretamente, fu luogo di traffici per misteriosi rivoluzionari, veri o presunti aristocratici, avventurieri d’ogni genere e provenienza e rifugio per legioni di fuggiaschi. Erano stati banditi dai propri paesi d’origine in ragione dei loro comportamenti trasgressivi, di stravaganti e spregiudicati dandies e donne fatali dalla ambigua sessualità. Uomini e donne dai destini più disparati avevano trovato nell’isola di Tiberio, una sorta di zona franca
Era il loro luogo di appartenenza, dove dare sfogo alla voglia di esibizionismo e di stravaganze, di eccessi e di passioni proibite
Spesso alimentavano veri e propri scandali che hanno segnato le pagine più scottanti del mito infinito di Capri. Sono tante le figure di questo passato che mi hanno appassionato. Quella che mi ha colpito particolarmente di più è quella della Marchesa Luisa Casati Stampa
Sbarcata, nei primi anni Venti del Novecento, sull’isola, prese in affitto Villa San Michele, stravolgendone l’arredamento
Turbò, per i suoi comportamenti anticonformisti il proprietario di casa, il medico svedese Axel Munthe
Lui non vedeva l’ora che ripartisse con tutto il codazzo di inservienti e cameriere, il serraglio di animali esotici, tra cui un serpente e un ghepardo, compresi i grandi bauli e le cianfrusaglie varie che si portava dietro.
Sull’isola la marchesa, dark lady per eccellenza, che voleva fare di sé un’opera d’arte vivente, finì per contendere la scena alla bizzarra e rumorosa compagnia dei futuristi
Erano rappresentati da Filippo Tommaso Marinetti e Fortunato Depero, di cui divenne musa ispiratrice e mecenate. Senza tralasciare le frequentazioni con la brigata delle saffiche amazzoni, capeggiate dalla bellissima Mimì Franchetti, dove spiccavano le figure dell’ambigua pianista Renata Borgatti. Ma anche della pittrice americana Romain Brooks, con le Signorine Walcott – Perry di Villa Torricella, che sorelle non erano. E con il prototipo dei dandies sbarcati a Capri, il barone Fersen, proprietario di Villa Lysis, in una miscela esplosiva di estetismo decadente, mistero e culto della bellezza. Attualmente, sulla scena, non vedo un personaggio che possa appassionarmi”.


















