Fonte: Il Denaro.it
di Marco Milano
È iniziata la Piedigrotta 2025, come evento religioso, ma perché non farne una “Ocktober Fest” napoletana? Una Festa di Piedigrotta come attrattore turistico che potrebbe dare grandi potenzialità alla città, con giostre e birrerie, cibo, balli, musica tipica. Le valutazioni per la rinascita della Festa di Piedigrotta vengono da Cesare Falchero, imprenditore, napoletano di nascita, e attualmente senior advisor per l’Italia della società con sede in Florida (Usa) che si occupa di progettare e realizzare Parchi ricreativi, musei multimediali, centri di ristorazione e luoghi di spettacolo. Falchero è figlio d’arte ed ha seguito le orme di suo nonno Cesare, e di suo padre Luigi, nel settore dei Parchi di Divertimento. La sua famiglia, infatti, è quella che costruisce nel 1965 a Napoli il primo “Theme Park” europeo, “Edenlandia”. Per il manager già vicepresidente nazionale di Federturismo-Confindustria, a lungo anche vicepresidente europeo della Union Forain Européenne, l’associazione europea che raggruppa il mondo dei Parchi e delle attività spettacolari itineranti con circa sessantamila imprese iscritte, la Piedigrotta napoletana come la grande kermesse tedesca che si tiene ogni anno a Monaco di Baviera potrebbe muovere milioni di turisti con destinazione Napoli. “La Piedigrotta ha centinaia di anni di storia – spiega Cesare Falchero – muoveva turisti da tutta Europa. È un grande evento che nasce con la religione e la devozione, ma è anche festa. Mi chiedo perché non facciamo una Piedigrotta che non è solo canzone, ma una tradizione variegata nella storia del popolo, nel tempo? Perché non facciamo la Piedigrotta alla Mostra d’Oltremare e mettiamo in piedi una grande festa della napoletanità?”. Citando tra gli altri esempi oltre la Oktober Fest, anche la festa di Sanfermino, la Tomatina ed il lancio dei pomodori (Buñol), la Festa di San Isidro (Madrid), probabilmente una delle feste tradizionali spagnole più famose al mondo, ma anche le feste tipiche inglesi come “Saint Patrick’s Day”, Cesare Falchero sottolinea come i grandi eventi, definiti come tali innanzitutto dalla numerosità del pubblico che coinvolgono (diretto, in presenza, e indiretto, portato dai media audiovisivi in streaming o in time/platform shifting) e dal loro appeal extraterritoriale rispetto all’area in cui si svolgono, sono un attrattore dimostrato di turismo. “La Festa di Piedigrotta è la festa napoletana per eccellenza – dice Cesare Falchero – conosciutissima a livello nazionale che internazionale. La settimana tradizionale dedicata a questa festa potrebbe oggi essere rimodulata per durare l’intero mese di settembre, facendo diventare la festa una continua vetrina della napoletanità, in tutte le sue sfaccettature: artigianato, cucina, musica, teatro, cinema, e quant’altro. La musica e la canzone, che ai tempi d’oro della Piedigrotta sono state grandi protagoniste con il Festival di Napoli, potrebbero essere rappresentate non più con il festival che tante perplessità continua a suscitare, ma con una serie di rassegne tematiche, considerando anche l’importanza che tale musica detiene in Paesi lontani come il Giappone ed altri. Una rassegna di orchestre internazionali impegnate nell’esecuzione di repertorio napoletano e del loro Paese di origine sarebbe un evento culturale di grande respiro. Creare una specie di festival delle bande di paese, per stimolare e premiare la passione insita in questi gruppi musicali, una rassegna napoletana eseguita dalle migliori bande militari, e quanti cori amatoriali ci sono in giro che non sanno come farsi conoscere: bene solo nella musica il mese di settembre non basterebbe. Poi c’è il teatro napoletano, in tutte le sue esecuzioni: dai dilettanti ai professionisti, ai grandissimi interpreti. Una rassegna cinematografica sui film che parlano di Napoli. Ed anche il festival internazionale di fuochi pirotecnici: da realizzare su chiatte ferme in mezzo al golfo, in modo tale che da ogni parte del golfo si possono ammirare le fantastiche esplosioni pirotecniche, invitando a partecipare i migliori artigiani di questa disciplina sparsi nel mondo. I carri allegorici potrebbero essere assegnati ad ogni municipalità e fatti trainare fino all’interno della Mostra dal quartiere di provenienza e una volta riuniti farli sfilare ogni sera ad orario fisso. Ogni municipalità avrebbe un tema da svolgere, coinvolgendo gli artigiani, le scuole, formando la “squadra del quartiere” come avviene per esempio in Brasile durante il Carnevale. Anche in questo caso si potrebbero ospitare i tradizionali campioni del Carnevale di Viareggio e di altre simili iniziative. Crediamo che con tutto questo materiale, che Napoli possiede, forse un mese è anche poco, ma è significativo per sottolineare ancora di più a grande ricchezza artistica che la nostra città possiede e conserva”.