Fonte: editorialeitaliano.com
L’isola di Capri, perla del Golfo di Napoli, sta vivendo un’emergenza senza precedenti a causa dell’incontrollato afflusso turistico. La National Consumers Union (Unione Nazionale Consumatori), la più antica organizzazione di tutela dei consumatori in Italia, ha lanciato un appello accorato alle istituzioni per introdurre con urgenza normative che limitino il fenomeno e ripristinino un equilibrio sostenibile. Con l’inizio della stagione primaverile-estiva, come ogni anno, si è verificato un progressivo aumento di visitatori. Lo scorso weekend, la situazione è diventata insostenibile: migliaia di turisti hanno invaso la celebre Piazzetta, intasando ogni vicolo, mezzo di
trasporto e attrazione. Le immagini delle interminabili code ai moli, alle funicolari e nei ristoranti hanno fatto il giro dei media, scatenando un acceso dibattito. L’Unione Nazionale Consumatori ha sottolineato come questo
sfruttamento turistico stia avvenendo a spese della comunità locale. In particolare, ha evidenziato le difficoltà quotidiane di chi deve recarsi al lavoro o a scuola, costretto a competere con masse di visitatori per
muoversi sull’isola. Le autorità di Capri avevano già denunciato negli anni passati i rischi per la sicurezza pubblica, soprattutto nei momenti di assembramento ai terminal marittimi, dove folle disordinate attendono di imbarcarsi su traghetti e aliscafi. L’appello dell’associazione non si limita alla gestione dei flussi, ma chiede anche tutele concrete per l’ambiente e il patrimonio storico dell’isola, la cui identità millenaria rischia di essere svenduta al turismo mordi-e-fuggi. Tra le criticità segnalate: l’erosione delle coste, la pressione sulle risorse idriche e la banalizzazione della cultura locale. Numeri allarmanti Presenze giornaliere: Picchi di oltre 15.000 visitatori al giorno (a fronte di 12.000 residenti) Trasporti marittimi: Oltre 200 collegamenti giornalieri con Napoli e Sorrento nella stagione estiva Impatto economico: Il 90% del PIL locale dipende dal turismo, ma solo il 20% dei ricavi va agli esercizi gestiti da capresi L’appello è stato formalmente indirizzato al sindaco di Capri e alle autorità competenti, ma finora le risposte sono state vaghe. Alcuni esperti suggeriscono di seguire l’esempio di Venezia, che ha introdotto biglietti d’ingresso e limiti ai visitatori giornalieri. Altri propongono una tassa di sbarco più elevata e la creazione di percorsi turistici obbligati per decongestionare le zone più sensibili. Mentre il dibattito infuria, una cosa è chiara: senza interventi drastici, Capri rischia di trasformarsi in un parco a tema per turisti, perdendo per sempre la sua anima. I residenti, esasperati, minacciano proteste simili a quelle viste a Barcellona o nelle isole greche, dove il fenomeno del overtourism ha raggiunto livelli insostenibili.