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“Capri – Revolution” di Mario Martone: un ritorno al tempo degli artisti e dei pensatori

di Redazione
20 Dicembre 2018
in Events
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Seggiovia Monte Solaro

di Massimo Cerrotta

Con “Capri – Revolution”, già in concorso alla 74ª edizione della Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, il regista napoletano Mario Martone chiude la sua personale trilogia sulla storia d’Italia, iniziata nel 2010 con il racconto del Risorgimento di “Noi credevamo” e proseguita nel 2014 con “Il giovane favoloso”, intenso biopic sulla figura di Giacomo Leopardi. Tre film attraversati con forza dai temi dell’utopia e della rivoluzione quali espressioni e sfoghi concreti di un’inarrestabile tensione conoscitiva e spirituale. 

“Capri – Revolution”, presentato in anteprima mercoledì 19 dicembre al Multicinema Modernissimo di Napoli, verrà distribuito nelle sale cinematografiche italiane da 01 Distribution, a partire dal 20 dicembre. Tra il 27 dicembre e il 2 gennaio, la pellicola approderà poi anche nella kermesse di “Capri – Hollywood”, durante la quale Martone riceverà il premio “Master of Cinematic Art”. 

Scritta a quattro mani dallo stesso Martone e dalla moglie Ippolita Di Maio, la sceneggiatura di “Capri – Revolution” si ambienta sull’isola del 1914, ricreata tra il Cilento e la stessa Capri: un luogo ancora selvaggio, omerico, inebriante, pregno di vertigini e magnetismi, nonché meta eletta di artisti e pensatori in fuga da un mondo che è oramai ad un passo dal baratro della Grande Guerra. 

Con una regia morbida, delle interpretazioni solide, una fotografia densa di suggestioni pittoriche e delle musiche minimali ed oniriche – queste ultime composte dai musicisti tedeschi Sascha Ring, in arte Apparat, e Philipp Thimm – il film mette in campo l’oscillazione di quei vecchi valori su cui si era fondata la Restaurazione dell’Ottocento, adesso sfidata in campo aperto dalle nuove spinte dell’arte simbolista, della filosofia marxista, della psicanalisi freudiana e dell’emancipazione femminile. Prospettive inedite e rivoluzionarie, quindi, incarnate qui soprattutto dai giovani, che si oppongono con forza ad un sistema che appare oramai troppo  stretto per riuscire a contenere il futuro. In primis abbiamo Lucia (Marianna Fontana), una giovane capraia che cerca di affrancarsi dal giogo del patriarcato grazie alla scoperta del mondo esterno all’isola. Un mondo esterno rappresentato dagli esuli russi della fallita rivoluzione del 1905, ma anche e sopratutto da Seybu (l’olandese Reinout Scholten van Aschat), capo di una comune naturista che riporta alla mente i precetti di fratellanza universale di Karl Wihlelm Diefenbach, pittore e riformista tedesco che nei primi anni del Novecento scelse Capri come proprio Eden. Gran parte del film si concentra infatti sui ritmi e sulle abitudini rivoluzionarie (e per l’epoca anche sconvolgenti) della comune di Seybu: dalle danze paniche nei boschi alle esperienze sinestetiche collettive, dai momenti di pura gioia comunitaria agli episodi perversione dell’idillio ad opera di chi non lo comprende davvero. Ed infine troviamo Carlo (Antonio Folletto), il medico condotto del paese: socialista, rivoluzionario e progressista, che dice sì all’incombente guerra contro quegli antichi Imperi che ancora perpetrano il sistema dell’Ancien Régime, violando così di fatto quei valori di libertà, uguaglianza e democrazia affermatisi grazie alle rivoluzioni di fine Settecento. Fra questi tre ragazzi, così diversi per origine e formazione, ed eppure così simili per l’immensa voglia di libertà che scorre loro dentro, nascerà un vero e proprio triangolo ideologico e dialettico, nel quale varie visioni del mondo entrano in contatto, a volte felicemente e a volte scontrandosi. Insomma: il loro è un nuovo modo di intendere il vivere insieme, più completo, più variegato, più disteso e meno ripiegato in logori messaggi di paura e diffidenza. In questo senso, “Capri – Revolution” è un film fortemente politico e decisamente attuale: un vero e proprio inno alla natura rivoluzionaria dell’amore, espresso in una forma audace e complessa, come da sempre sono complessi i problemi di qualunque società. 

Una delle migliori rappresentazioni di Capri degli ultimi anni, che strappa finalmente dall’isola azzurra il suo ormai trito manto di mondanità a tutti i costi, riportandola invece alla sua essenza più pura ed ancestrale. 

Prec.

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