Anna Maria Boniello – Non capita tutti i giorni di ricevere un pacco di gioielli, e non è detto che il «fortunato» si metta all’ opera per restituirlo immediatamente al proprietario. Ma Francesca Faraone, architetta napoletana, non si è lasciata affascinare neanche per un secondo dalla bellezza di bracciali, anelli ed orologi più che esclusivi.
Dimostrando un fiuto degno di un investigatore ha rintracciato rapidamente l’ effettivo destinatario della scatola zeppa di preziosi – per un valore, è stato accertato poi, di quasi 150mila euro – e gliel’ ha consegnato senza titubanze. L’ episodio è accaduto ieri a Capri, ed ha subito valicato i confini dell’ isola. Francesca Faraone, giovane interior designer, gestisce insieme a Massimiliano Neri e Luigi D’ Esposito l’ Iki Capri, un ristorante giapponese omologo a quello napoletano, nel cuore della Capri del 600, in uno spazio di Palazzo Vanalesti. Il locale è stato inaugurato a giugno con una sfilata di moda in piazzetta. A raccontare la storia è la stessa Faraone, che con il suo gesto ha smentito tutti i luoghi comuni che gravano su Napoli e i napoletani. D’ altra parte proprio a Capri, un paio di mesi fa, lo stereotipo era stato battuto quando si era verificato lo strano caso della coppia di turisti tedeschi che aveva borseggiato un povero operaio pendolare. «Ieri mattina – spiega l’ architetta – all’ apertura del ristorante ho ricevuto dal corriere una serie di pacchi contenenti oggetti da noi ordinati a una griffe francese. Tra queste scatole, ne ho trovata una privo dell’ indirizzo del destinatario. L’ ho aperta e con grande sorpresa ho rinvenuto al suo interno un mucchio di gioielli: monili, orologi tempestati di pietre preziose, bracciali, collane e orecchini che non erano certo destinati a noi. Ho visto però che erano tutte creazioni della famosa maison francese Chopard. Allora ho rintracciato la gioielleria che vende in esclusiva i prodotti di questa griffe sull’ isola. Subito ho chiamato i responsabili invitandoli a venire al mio ristorante, e qui ho consegnato loro il prezioso pacco del quale erano i destinatari». Un gesto semplice, una reazione che Francesca definisce «normale», rammaricandosi che la notizia si sia immediatamente diffusa sui social e sul web. «Mi dispiace, avevo chiesto riservatezza. L’ importante per me era, ed è, che i destinatari di un pacco di così ingente valore ne siano tornati in possesso». Poco dopo a Palazzo Vanalesti sono arrivati i carabinieri, che insospettiti della stranezza della consegna e dell’ ingente valore dei preziosi (in un primo momento si era diffusa voce che sfiorasse i due milioni di euro) hanno avviato accertamenti: vogliono scoprire come un pacco così importante potesse viaggiare anonimamente, eludendo tutte le regole e gli obblighi imposti dalla legge sugli oggetti preziosi, fino ad essere addirittura recapitato a una ditta a cui non era indirizzato. Ma questa è un’ altra storia.
