Fonte: Il Mattino – 9 ottobre
Responsabilità diffusa, cooperazione, metodo, sono alcune delle parole chiave che hanno guidato il ministro della Giustizia, Marta Cartabia, durante il suo intervento alla giornata di studi organizzata a Capri dalla Scuola superiore della magistratura, dal titolo Organizzando la giustizia. Le riforme del diritto e del processo al passo dell’ innovazione tecnologica, nella stagione del Pnrr. Una trasferta, quella del Guardasigilli nell’ Isola Azzurra, che ha avuto il sapore di un ideale passaggio di consegne al termine della sua esperienza in via Arenula. Le riforme «sono sempre perfettibili», ha sottolineato nel suo intervento, ma ciò che non deve andare perso dell’ esperienza degli ultimi mesi è «il metodo di lavoro introdotto dal Pnrr». Cartabia ha ringraziato i referenti per la giustizia dei partiti politici con cui ha lavorato, in un clima che doveva richiamarsi allo spirito della Costituente: «Lì si trovò un accordo in condizioni imparagonabilmente più difficili, riconoscendo che le virtù e il male non si trovavano solo da una parte.
Noi abbiamo cercato di fare altrettanto. Poteva sembrare una missione impossibile arrivare a sintesi partendo da un dibattito sulla giustizia che non si poteva nemmeno sfiorare tanto il clima era infiammato, invece siamo arrivati fino in fondo». «Il Pnrr – ha poi sottolineato – ha introdotto novità importanti.
Si possono correggere le cose fatte ma non vada perso l’ agire con obiettivi di medio termine non solo rincorrendo l’emergenza, il prefiggersi risultati concreti, attraverso pianificazione di tappe intermedie realisticamente conseguibili». Metodo che richiede «disciplina e visione, e una capacità di cooperazione ampia e orizzontale, anche tra diverse amministrazioni. Far lavorare insieme i ministeri, come abbiamo fatto, è un moltiplicatore di risorse». Quanto al piano per la giustizia del dicastero «non è mai stato un progetto ideologicamente connotato, ma che ha messo a valore ciò che già funzionava nel nostro sistema. Il Capo dello Stato ha parlato di una stagione di rinnovamento della giustizia, ed è forse la sintesi più bella. Il rinnovamento sarà tale se ogni singolo operatore si servirà dei nuovi strumenti per contribuire allo sforzo generale. Una responsabilità diffusa, poiché la giurisdizione è un’ opera collettiva».