Anna Maria Boniello – Capri. L’ isola continua a franare. Ieri a mezzogiorno si è staccato un enorme macigno dal costone a picco sul mare di Marina di Caterola, alle spalle del porto turistico, proprio nello stesso punto dove negli anni Settanta, quando ancora non esisteva l’ approdo, dall’ alto della collina di Cesina cadde un enorme ammasso di roccia, causando un’ onda altissima che provocò la morte di un marinaio su una barca che transitava a circa duecento metri di distanza. Da quegli anni la zona è interdetta al transito, alla navigazione e alla balneazione: divieto che ieri ha evitato tragedie. Durante la notte tra lunedì e ieri gli abitanti di Marina Grande erano stati svegliati da un boato, forse conseguenza di una prima frana, e d’ altra parte già alle 22 di lunedì due pescatori che si trovavano sulla testata della banchina del porto commerciale avevano avvertito continui rumori di caduta di pietre, impossibili da individuare per il buio, ma evidentemente avvisaglie della frana che sarebbe avvenuta in piena mattinata. Così, intorno a mezzogiorno, sotto gli occhi esterrefatti degli abitanti e degli operatori della zona, motoscafisti, barcaioli, ma anche dei turisti che scendevamo da traghetti e aliscafi, si è verificato lo «spettacolo» del movimento franoso, terra e pietrame rotolati lungo il pendio del monte fino a precipitare nello stesso punto della frana mortale di oltre quarant’ anni fa. Ad allertare la Capitaneria di Porto, prima ancora del terribile distacco, è stato l’ equipaggio della nave Caremar che aveva notato i piccoli smottamenti in corso sul costone. È partita una motovedetta della Capitaneria, insieme a un equipaggio da terra. I militari, coordinati dal luogotenente Vincenzo Vitiello, si sono avvicinati per un sopralluogo con una squadra di Vigili del Fuoco. Fortunatamente, a parte il boato e l’ enorme nuvola di acqua e polvere che si è levata dal mare, non è stato registrato nessun incidente né danni a persone o cose. Ma subito sono scattati gli interrogativi sulle cause dello smottamento. «Imputati» le violente piogge e il forte vento di ponente degli ultimi giorni, insieme al fatto che in zona non si attuano da anni interventi di consolidamento e messa in sicurezza di questa zona a rischio. Dal canto suo il sindaco di Capri Gianni De Martino si è limitato ad evidenziare di non aver «ancora ricevuto notizie ufficiali nè relazioni in merito alla frana» nella località Caterola ma di aver «ritenuto opportuno», dopo aver ricevuto foto dell’ accaduto, «avvisare direttamente la Protezione Civile della Regione e comunicare la notizia, per opportuna conoscenza, a prefettura e Circoscrizione marittima di Capri». Per l’ isola azzurra è stato un settembre nero. L’ autunno, dopo una lunga estate torrida e priva di piogge, è arrivato all’ improvviso, caratterizzato da violenti acquazzoni e raffiche di vento che hanno messo a nudo la fragilità del territorio in special modo lungo la fascia costiera, dove esistono da anni ordinanze della Capitaneria di Porto che fissa a centocinquanta metri ed anche oltre il transito e l’ ormeggio. La prima frana che ha fatto andare in tilt, solo per poche ore, il sistema fognario è datata 4 settembre quando uno smottamento del terreno provocò la rottura del tubo di collegamento dell’ impianto di depurazione alla condotta sottomarina ad Anacapri in località La Selva. Poi il 7 settembre fu la volta del crollo, sempre ad Anacapri, di un’ ampia porzione di muro di contenimento in via Caposcuro: anche in quel caso nessun ferito ma la chiusura al transito della strada che congiunge il centro abitato con la Migliera. L’ 8 settembre uno degli episodi più gravi: una frana molto più massiccia avvenne nel territorio di Capri sul costone privato della Petrara, proprio sotto il Castiglione, da dove si staccarono enormi massi che investirono alcune abitazioni dell’ Inacasa in via Marina Piccola. Il crollo fortunatamente si fermò a pochi metri dalle case abitate da alcune famiglie, case oggetto di ordinanze di sgombero da parte del Comune in attesa che vengano avviati i lavori di messa in sicurezza. Ieri, dopo una mattinata di pioggia e vento, la fragilità idrogeologica del territorio dell’ intera isola di Capri è venuta un’ altra volta allo scoperto. A 45 anni di distanza dalla prima, un’ altra frana è andata a ingrandire quella montagna di roccia sul mare che ancora oggi viene chiamata Marina di Caterola.


















