Fonte: Metropolis
di Marco Milano
“Capri e l’arte dell’ospitalità attraverso i secoli”. La millenaria vocazione dell’isola azzurra, l’overtourism di oggi e l’arrivo dell’imperatore Augusto, il primo turista della storia di Capri, raccolti in un libro di Luciano Garofano. E la ormai insostenibile frontiera del turismo di massa sulla terra dei Faraglioni è stato anche oggetto di confronto. Il sindaco di Capri Paolo Falco e l’assessore alla cultura e turismo Melania Esposito hanno annunciato la volontà “di aprire alla formazione dei giovani per offrire servizi d’eccellenza a quanti scelgono l’isola per le loro vacanze”. E Alberto Lucarelli che del libro, edito dalla Capri Green, da un’idea di Marianna Esposito e Francesca Girone ha firmato la prefazione, ed è intervenuto l’altro giorno alla presentazione ha messo in evidenza che a Capri “la tensione estrattiva sta incidendo anche sull’accoglienza, un fenomeno che deve spingere tutti a rallentare, a prendere fiato prima che il tempo sia scaduto”. Luciano Garofano ha ricordato che la nascita del concetto di turismo in epoca moderna per la storia di Capri è da individuare nel 1826, l’anno della riscoperta turistica di quella che, d’allora in poi, si sarebbe chiamata Grotta Azzurra. “Una data che – ha raccontato Garofano – inaugurò la stagione dell’industria del forestiero e segnò il destino di Capri e dei suoi abitanti, innescando quel processo virtuoso che non si è più arrestato fino ad oggi, con il fenomeno dell’invasione di turisti giornalieri, fatta di grandi numeri e di grandi spostamenti, che finisce per bruciare i luoghi toccati, che distrugge le stesse ragioni d’essere del viaggio e mette in discussione le finalità di fare turismo sull’isola rischiando, seriamente e definitivamente, di azzerare anche i caratteri distintivi di quell’arte di ospitare, tipicamente caprese, così faticosamente costruita attraverso i secoli”.