Fonte: Metropolis
di Marco Milano
A Capri proteggere le acque intorno all’isola, sia sul versante caprese che anacaprese. E’ questo l’obiettivo del posizionamento delle boe sia nello specchio d’acqua di competenza del comune di Capri, sia nell’area afferente il comune di Anacapri per tutelare il mare dell’isola azzurra ed evitare i cosiddetti ormeggi selvaggi. A Capri la prima parte della barriera parte da Punta Mulo e si unisce al corridoio di lancio dello scoglio delle Sirene per proseguire poi lungo tutta la fascia costiera dove si trovano gli stabilimenti balneari, per concludersi nel tratto denominato Faraglione di terra, con i corridoi di ingresso per gli stabilimenti e le spiagge che si trovano nella zona. Ad Anacapri il piano è quello di proteggere l’intera costa con una lunga rete di boe, a cento metri di distanza da battigia, spiagge, cale, calette e grotte. E tra queste la Grotta Azzurra dalla quale la protezione si prolunga per più chilometri includendo il Faro di Punta Carena, la Grotta Verde e Cala Ventroso. Inoltre, prosegue ed è in attesa di conclusione l’iter dell’istituenda Area Marina Protetta-Isola di Capri che vede il coinvolgimento dei due comuni isolani unitamente ai tecnici dell’Ispra e del Ministero dell’Ambiente e che rappresenterà un’azione di salvaguardia dell’ecosistema. Intanto continuano le attività di controllo a mare per il rispetto delle regole di navigazione. “I controlli sono costanti – ha spiegato il comandante dell’ufficio circondariale marittimo di Capri – specie nella zona dei Faraglioni, dove vengono elevate decine di sanzioni ogni giorno secondo il rispetto del regolamento vigente, che prevede che l’area a duecento metri dalle spiagge e a cento metri dalle coste a picco (come, ad esempio, i Faraglioni) sia destinata alla balneazione, prevedendo quindi uno specifico divieto di passaggio per i mezzi a motore”.

















