Fonte: Il Mattino.it
Il vice ministro degli Esteri alla rassegna: piano pronto da anni, tempi e modi non erano stati comunicati
di Adolfo Pappalardo
«Difficile fare previsioni: proprio ieri (due giorni fa, ndr) il ministro Tajani aveva chiarito come non si poteva prevedere nulla. E invece», premette il vice ministro agli Affari Esteri, Edmondo Cirielli, riferendosi all’attacco di Israele sferrato contro l’Iran. L’esponente di Fdi ne parla durante la prima giornata della terza edizione della rassegna «Capri D’Autore», sollecitato dalle domande del direttore de Il Mattino Roberto Napoletano. «Credo ci troviamo davanti ad un momento molto complesso per l’ordine mondiale, che si è avviato con l’aggressione all’Ucraina: si è rotto un equilibrio già allora visto che la Russia è un paese che ha potere di veto all’Onu. Proprio per questo – puntualizza Cirielli – prima il governo Conte, poi quello Draghi, hanno agito per difesa al sistema europeo ed internazionale. Come, d’altronde, abbiamo fatto noi mantenendo un comportamento istituzionale corretto nei confronti Eu e Nato». Nonostante tutto, però, Cirielli si dice «tranquillo», scacciando i più foschi scenari: «Dobbiamo scongiurare che questa crisi sfoci in guerra aperta e faremo di tutto in capo alla nostra diplomazia per impedirlo». Ma sulla vicenda Iran-Israele «siamo molto rammaricati: io stesso ho incontrato, da quando sono al governo, i rappresentanti dell’Iran mantenendo sempre aperto un canale di dialogo». Sui tempi e sulle modalità dell’attacco, Cirielli evidenzia poi alcuni punti. «Ovviamente in Occidente l’attacco non era stato comunicato a nessuno, rimaniamo a quello che hanno dichiarato gli Usa. Ma era sicuramente un’operazione preparata da moltissimi anni. Israele aveva un piano di intervento nel caso l’Iran fosse vicinissimo al raggiungimento della bomba atomica, e loro ritengono che questa soglia sia stata oltrepassata». C’è poi per Cirielli un fattore psicologico: «L’Iran finanzia Hamas che il 7 ottobre ha scatenato un massacro. Da quel momento in poi Israele vive uno choc costante: c’è un clima di paura e terrore». Bisogna solo ora puntare a una de-escalation dei conflitti. «Sul piano diplomatico dobbiamo scongiurare che questa crisi sfoci in guerra aperta e faremo di tutto in capo alla nostra diplomazia per impedirlo. Ma occorre muoversi per il futuro». In che senso? «Partecipo a molti vertici della Ue ma trovo come l’Europa sembra muoversi con molta lentezza, nonostante Trump ci abbia detto che la Ue deve iniziare a difendersi da sola. Ma è un tema che non sembra appassionare perché vedo molti ministri di alcuni paesi che usano la politica estera solo per guadagnare qualche punto in più sui consensi interni». Ovviamente Cirielli rivendica il ruolo del nostro Paese nelle vicende internazionali: «L’Italia oggi ha un grande vantaggio: siamo fondatori della Nato, della Eu e siamo una potenza economica e diplomatica. E oggi con la Meloni a capo del governo c’è – evidenzia – grande stabilità ed il grande ruolo dell’Italia come mediatore con gli Usa. Nonostante qualcuno continui a dire il contrario: forse non leggono i giornali stranieri». Infine l’impegno per i nostri connazionali: «Ci sono molti italiani in Medio Oriente, sia in Israele che in Iran e nel resto della penisola arabica e Giorgia Meloni ha voluto fortemente un grande impegno della Farnesina per assicurare tutti i canali per dare il massimo della garanzia possibile ai nostri concittadini».