Leandro Del Gaudio – Anna Maria Boniello. L’ INCHIESTA Avrebbero presentato carte false per ottenere un condono della propria abitazione. Non stiamo parlando di un punto qualsiasi dell’ area metropolitana, ma di una delle zone più note e tutelate al mondo: parliamo di Capri, a ridosso dell’ Arco naturale, in uno scenario finito al centro del pressing investigativo della Procura di Napoli. Ieri una nuova svolta, nell’ ambito di un’ inchiesta che punta a fare chiarezza sulle richieste di condono.
IL FALSO Chiara la strategia investigativa: si lavora sulle planimetrie presentate per accedere al condono (che in alcuni casi risulterebbero viziate da interventi posticci rispetto a quanto depositato al catasto, rispetto al reale aspetto di un manufatto); ma anche sul lavoro degli uffici tecnici del comune di Capri e, in particolare, sulle soluzioni adottate dalla commissione edilizia del Municipio. Ma andiamo con ordine a partire dall’ ultima mossa della Procura di Napoli che investe l’ isola napoletana. È stato il pm Monica Campese (magistrato del pool mani pulite dell’ aggiunto Alfonso D’ Avino) a spedire due avvisi di chiusa inchiesta a carico di Gennaro Ricci e di Federico Sergio, nell’ ambito di un procedimento che vede iscritti nel registro degli indagati anche sei pubblici ufficiali, tra cui Massimo Stroscio, super tecnico del comune caprese, coinvolto in questa vicenda per la duplice veste di responsabile del settore edilizia privata a Capri, nonché responsabile unico del procedimento dell’ esame di condono di una pratica ritenuta sospetta.
Ma partiamo dalle accuse che vengono mosse a carico di Gennaro Ricci e di Federico Sergio: rispondono di falso ideologico in relazione alla presentazione di una pratica di condono; in particolare, Ricci è accusato in qualità di procuratore speciale di una donna titolare dell’ immobile in via Matermania e via Tamborio; Sergio Federico deve invece rispondere come tecnico firmatario della relazione allegata a questa pratica ritenuta sospetta, «nonché come redattore dei relativi grafici ad essa allegati», grafici in cui sarebbe stato «falsamente rappresentato lo stato dei luoghi nella predetta integrazione».
Ma in che modo sarebbe stato consumato il presunto falso?
«Affermando che le superfici descritte sono conformi a quanto dichiarato nei modelli di richiesta del condono e che pertanto il grafico di rilievo allegato alla predetta integrazione è conforme allo stato dei luoghi, riportando invece ampliamenti di superficie pari a metri 57,48 per una volumetria pari a metri 148,82».
I COSTI Una variazione che, se fosse accertata in via definitiva, avrebbe anche fatto lievitare il costo dell’ edificio in questione, almeno secondo quanto emerge dall’ accusa di abuso edilizio.
Un’ ipotesi di accusa che ha investito Stroscio, ma anche gli altri esponenti della commissione (Oscar Claudio Stabile, Carlo Livio Talamona, Maria Lucia De Angelis, Antonio De Martino, Costantino Cerrotta). Forti delle verifiche dei carabinieri della compagnia di Sorrento, gli inquirenti non hanno dubbi: «In qualità di tecnici sono stati omessi i dovuti controlli», fino ad esprimere parere favorevole alla richiesta di condono. E ancora: avrebbero intenzionalmente procurato a Gennaro Ricci, un ingiusto vantaggio patrimoniale di rilevante entità consistente nella realizzazione di opere e nell’ aumento del valore dell’ immobile pari a circa 460mila euro». Tutti gli indagati, a partire dai pubblici ufficiali, avranno modo di dimostrare la correttezza della propria condotta, nel corso del prosieguo del procedimento.