Fonte: Metropolis
di Marco Milano
“Capri? Bellissima, ma affollata”, “Capri invasa dai turisti, non si cammina più”. L’overtourism è argomento sempre caldo sull’isola azzurra e anche il web parte ormai sempre più all’arrembaggio raccogliendo commenti e racconti di chi ha messo piede sulla terra dei Faraglioni. Viaggiatori, vacanzieri, magari mordi e fuggi, che da una tappa di poche ore hanno poi riportato a casa un ricordo non proprio piacevole. E così che gli appassionati di isole cercano “natura, silenzio e vita autentica, lontano dal turismo di massa” ma allontanandosi dallo scoglio amato dall’imperatore Tiberio e celebrato per secoli da poeti, artisti e letterati. “Capri deve necessariamente svoltare in funzione della sostenibilità – spiegano gli esperti in materia turistica – ma anche della destagionalizzazione e del decentramento dei flussi”. La ricetta, dunque, per mantenere standard qualitativi e benessere psicologico, passa attraverso concetti chiave se si vuol programmare per il futuro un’economia turistica che possa continuare ad essere polmone assoluto di una perla del golfo amata nei cinque continenti, ma senza sbriciolare, pezzettino dopo pezzettino la sua bellezza morale e materiale. A rafforzare questa tesi, le parole già nei mesi scorsi, di Cristina Rossello che siede tra i banchi di Forza Italia alla Camera ed è presidente dell’Intergruppo parlamentare per il patrimonio italiano, che aveva sottolineato l’importanza di un “turismo sostenibile e responsabile, che rispetti l’ambiente e le comunità locali, e che sia in grado di preservare le risorse naturali e culturali per le future generazioni”. Una tesi sostenuta e rilanciata anche da Forza Italia isola di Capri. E poi all’ordine del giorno anche la necessità, nonostante Capri sia località prettamente balneare, di “spalmare” il turismo su più mesi l’anno e creare mete interne alternative che consentano ai flussi una circolazione piacevole e meno impattante sul territorio e i suoi abitanti.


















