Fonte: IL MATTINO.IT
Inaugura sabato 7 giugno dalle 10.30
Inaugura sabato 7 giugno dalle 10.30 l’installazione site specific di Marianna Sannino, pensata per i giardini di Villa Lysis, “E il fuoco si spense sul mare”, promossa dalla Fondazione Mannjuolo di Napoli e curata da Maria Savarese. Circa 200 uccelli sospesi, ognuno dipinto a mano su tulle ed incorniciato in telai da ricamo, divisi in gruppi di sequenze. Le dieci specie scelte infatti sono rappresentate da circa 20 fotogrammi che riprendono il principio dell’animazione tradizionale, restituendo l’illusione di un volo in movimento, di un passaggio vitale tra stasi e libertà. L’evocativo titolo “E il fuoco si spense sul mare” richiama la frase con cui Jacques d’Adelswärd Fersen suggella il suo legame profondo con Capri, l’isola che scelse come ultimo rifugio, spazio di libertà, amore e bellezza. Come il Conte trovò in Capri un rifugio per la sua anima errante e il suo amore proibito, così gli uccelli migratori scelgono l’isola come tappa fondamentale del loro viaggio. Un passaggio fragile, ciclico, sempre più minacciato dai mutamenti climatici. L’installazione dialoga sul territorio anche con l’attività dell’Osservatorio Ornitologico dell’Isola, ospitato all’interno del Castello di Barbarossa, grazie alla Fondazione Axel Munthe, che da decenni studia e protegge varie specie, catturandole temporaneamente con reti leggere per inanellarle e monitorarne i percorsi. Quelle reti diventano qui veli trasparenti, tulle che accolgono gli uccelli come simboli di un equilibrio sottile tra presenza e assenza, natura e artificio. «Esposti tra gli alberi, negli spazi verdi che abbracciano la casa-museo, immersi nella luce e nel respiro del paesaggio, questi uccelli diventano presenze sospese: visioni fragili, apparizioni nel tempo. Le macchie, gli aloni, le imperfezioni che affiorano sul tulle sono tracce del tempo e della materia, come le cicatrici lasciate dal viaggio. Non vanno cancellate, ma accolte: raccontano la vulnerabilità, l’unicità di ogni essere», commenta nel testo critico la curatrice Maria Savarese.