Fonte. ilmattino.it
di AnnaChiara Della Corte
Siamo agli sgoccioli della Miami Art Week , la settimana in cui la più nota città della Florida diventa capitale mondiale dell’arte e del design, attirando artisti, collezionisti e appassionati da ogni dove. Attorno all’illustre Art Basel, fino al 7 dicembre, si svolgono miriadi di eventi, mostre e fiere , tra cui si distinguono: Art Miami , la più longeva dal taglio contemporaneo, e Context Art Miami, con un focus su nuovi linguaggi e sperimentazione, entrambe affacciate sulla baia di Biscayne Bay; mentre sulla sabbia di South Beach svettano i padiglioni di Untitled , che esplorano tendenze emergenti con un approccio meno formale. Intanto, al Miami Beach Convention Center, fianco a fianco coi i galleristi di Basel, spicca Design Miami, roccaforte dell’interior, che definisce le tendenze dell’arredamento di alta gamma.
In questo mare magnum di fiere sorelle, l’Italia gioca un ruolo di rilievo, con una significativa presenza caprese: due gallerie isolane e un progetto che porta in scena l’iconico salone di Casa Malaparte. Quest’ultimo, in collaborazione con Gagosian, compare nella sezione Special Projects di Design Miami, segnando la prima presentazione internazionale delle celebri edizioni dei mobili progettati da Curzio Malaparte. Lo stand, dedicato a una delle figure più enigmatiche della cultura italiana, ne onora l’eredità con arredi simbolo di Casa Malaparte: una consolle in tufo e noce, una panca in marmo di Carrara e noce, una scrivania con colonne in tufo e piano in vetro.

La collezione di arredi ispirati alla “Casa come me” nasce nel 2019 dal più giovane discendente di Curzio, Tommaso Rositani Suckert, mirando a far rivivere pezzi di arredamento che incarnano l’eleganza austera e il radicalismo intellettuale del loro creatore. Chicca: il Divano Malaparte in edizione limitata, uno degli elementi più riconoscibili , un design iconico creato dallo stesso Malaparte e successivamente reinterpretato da Jean-Luc Godard, che lo rivestì con una fodera blu elettrico nel Il disprezzo (Le Mépris). Sviluppato in collaborazione con il maestro artigiano e consulente di design Philippe Pérès, è stato realizzato riproducendo gli stessi materiali e tecniche di tappezzeria tradizionali dell’originale. Il booth ricrea immersivamente gli elementi del salone di Casa Malaparte, le sue vedute cinematografiche e la sua quiete contemplativa. Non di certo una new entry, piuttosto una conferma da oltre 10 anni, è la presenza della Liquid art system, il circuito fondato da Franco Senesi, con sede centrale a Capri e spazi espositivi a Positano, Ravello e , da due anni, nella stessa Miami. La galleria che ha fatto della glocalità il suo statement, partecipa con una selezione di opere recenti ed inedite, frutto della collaborazione costante con artisti consolidati e nuove voci del panorama figurativo contemporaneo. Tra i nomi in mostra, accanto ad autori come Elisa Anfuso, Marco Grassi, Roberto Ferri, Antonio Sannino, Peter Demetz, Zhuang Hong Yi, Seo Young-Deok, Silvia Berton, si evidenziano nuove collaborazioni e talenti, tra cui Erk14, Federica Poletti, Stefania Vichi , Valentina Lucarini, Maicol Borghetti.
E quest’anno la Liquid anima anche il dopo-fiera, proponendo un calendario di sound experience che unisce arte contemporanea e musica elettronica presso la sede di Little Haiti, rasformata per tutta l’Art Week in un hub di dj set e live performance con nomi di primo piano del settore. Un vero e proprio happening, studiato in collaborazione con il collettivo Denzfloor, diretto da Enzino Mastantuoni. L’obiettivo è costruire un ponte solido tra Miami – e quindi gli Stati Uniti – e Capri con la Costiera Amalfitana : diventare un punto di riferimento per chi ama l’arte e desidera vivere esperienze autentiche, legate al territorio. “Un ponte che funziona in entrambe le direzioni – spiega Senesi- per catalizzare l’attenzione del pubblico americano verso le realtà nostrane, valorizzando sempre più il legame culturale e creativo che ci unisce.” Per chiudere il cerchio, ad Untitled, dove più che ad una fiera sembra di essere ad una biennale, troviamo Plan X, galleria emergente con sedi a Capri e Milano, fondata da Nicolo Stabile e Marcello Polito. Lo stand in mostra vuole analizzare il mondo digitale e le diverse declinazioni con cui tre dei loro artisti affrontano questa dimensione.
Giuseppe Lo Schiavo ha realizzato un’intera serie di fotografie generate interamente con l’IA, utilizzando reali titoli di notizie internazionali come materiale di partenza per reinterpretare e trasformare le narrazioni mediatiche contemporanee in visioni inedite. Il progetto,intitolato “Newscapes”, è stato selezionato da Petra Cortright ( pioniera della media art) per gli Artist Spotlight di Untitled. CB Hoyo, attraverso la pittura tradizionale, mette in discussione , in chiave ironica, lo stato attuale della crypto art. Infine, Six N. Five esplora l’intersezione tra il mondo fisico e quello digitale attraverso le sue imponenti sculture, alimentando la sua ricerca sui rapporti tra natura e digitale.























