Fonte: Il Mattino – Cultura
di Mariano Della Corte
Ottobre si avvia all’insegna della cultura a Capri con la ventitreesima edizione del premio Malaparte, portato avanti da Gabriella Buontempo con il sostegno di Michele Pontecorvo. Quest’anno il riconoscimento intestato ad uno dei più grandi e controversi scrittori della letteratura italiana, Curzio Malaparte, sbarca in Libano, ad aggiudicarselo infatti è Amin Maalouf, scrittore libanese da tempo residente in Francia, che racconta nei suoi libri il mondo mediterraneo, a partire da Beirut, sua città d’origine.
Ad inaugurare l’edizione 2020, ieri sera, nella sala Pollio di Capri, davanti ad una platea di scrittori e letterati, il sindaco di Capri Marino Lembo. Poi Maalouf, introdotto da Fabio Gambaro, direttore dell’Istituto italiano di cultura a Parigi che ha ricordato la prestigiosa giuria capitanata da Raffaele La Capria e composta da Leonardo Colombati, Giordano Bruno Guerri, Giuseppe Merlino, Silvio Perrella, Emanuele Trevi e Marina Valensise. «Quando ho scritto questo libro, mesi fa, bisognava dimostrare che c’era in atto un naufragio. Oggi, dopo tutto quello che è successo, non serve. Basta guardarsi intorno, dall’America all’Europa fino allaCina, per capire che il mondo non funziona più, che sta andando alla deriva e, probabilmente, verso un naufragio».
Così l’immortale dell’Academie Francaise ha parlato sull’isola del suo ultimo libro, Il naufragio delle civiltà. «La pandemia ci renderà migliori? Penso sia una consolazione di cui l’umanità ha molto bisogno», ha continuato Maalouf, arrivato mano nella mano con la moglie Andrée, autrice di libri di cucina: «Abbiamo passato il lockdown a Parigi, leggendo, scrivendo. Quando torneremo a casa probabilmente troveremo nuovamente una situazione di chiusure. Ma noi abbiamo una vita tranquilla. Non ci ha molto cambiato. A livello mondiale e sociale, invece, è uno shock che ha fatto letteralmente saltare tutto, ogni sistema. Quindi, forse, sì, è possibile che ci renda migliori. C’è davvero da sperare che un avvenimento così unico ci faccia riflettere e possa cambiarci».
Intanto, proprio in questi giorni, in Francia è uscito il suo nuovo romanzo, Nos frères inattendus (I fratelli inattesi): «È una storia che ho scritto prima della pandemia», anticipa, «ma in fondo non è tanto lontana dai nostri scenari. Perché c’è un narratore che racconta di uno strano fenomeno, di cui non si capisce la natura, che ha fermato il mondo. Indagando, scoprirà che un gruppo dipersone ha già affrontato e risolto questo problema: i misteriosi “fratelli” del titolo». Il premio, che gli sarà consegnato questa mattina alle 11 alla certosa di San Giacomo di Capri, consiste in un tradizionale vassoio in ceramica caprese adornato di limoni e peperoncini. «Quest’anno molte iniziative, purtroppo, si sono dovute fermare», ha spiegato la Buontempo, «ma noi abbiamo scelto di non farlo, ovviamente nel rispetto delle regole, per quell’idea di resilienza culturale che da sempre ha nel suo dna, coerentemente con l’autore di cui porta il nome. E aver scelto, ancor prima dello scoppio della pandemia, uno scrittore come Maalouf, significa voler condividere con lui l’auspicio del recupero di un’armonia che oggi anche la situazione sanitaria ci fa apparire distante».
Photogallery by G. Rosato
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