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Capresi e popolo della notte subito divisi sui nuovi divieti

di Redazione
22 Luglio 2020
in Events
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Seggiovia Monte Solaro

Fonte: Il Mattino

di Anna Maria Boniello

«Arrivano in gruppo, non si siedono neanche, di mascherine neanche a parlarne: fateci divertire, lasciateci in pace, non fanno che ripetere questo. Loro si divertono, ma noi rischiamo il contagio». Il titolare di uno dei «mitici» bar della Piazzetta non sa se essere più arrabbiato o amareggiato. Dopo il Covid, il turismo a Capri ha cambiato pelle: per strada si vedono pochissimi stranieri e qualche sparuto gruppetto di turisti giornalieri che arrivano dalla penisola sorrentina, massimo quattordici persone con due accompagnatori, secondo le stringenti regole imposte. Un panorama decisamente insolito per il mese di luglio, che però dura solo nei giorni feriali: il venerdì pomeriggio, quando l’ isola viene presa d’ assalto dai vacanzieri del weekend, cambia tutto. «Noi ci proviamo a fargli rispettare le regole, per chi arriva qua senza mascherina ne abbiamo cassetti pieni, le regaliamo senza problemi. Ma niente, come gliene parli si alzano e se ne vanno». Il racconto del barista coincide perfettamente con quello degli addetti alla Funicolare. «La mascherina? Ha fatto benissimo il sindaco a firmare l’ ordinanza. Spero che le sanzioni siano salatissime», dice Costanzo, impiegato «esasperato», racconta, dal comportamento di turisti «che alla nostra richiesta di mettere la mascherina sbuffano, ironizzano, e puntualmente fingono di non trovarla». Gente «abituata a posti come Ibiza e Formentera, dove le notti sono lunghe, rumorose e tutte dedicate al divertimento a tutti i costi».

L’ IMBUTO Nei fine settimana si respira nell’ aria molta insofferenza, anche in Piazzetta, quando il crocevia del mondo diventa un vero e proprio imbuto, con una folla di giovani in piedi per mancanza di tavoli, tutti vocianti e incuranti degli inviti dei titolari dei bar a mantenere le distanze. E già dai controlli al porto di Marina Grande, all’ invito di indossare le mascherine prima dell’ imbarco arrivano risposte seccate, come quelle date da Tonino all’ addetto: «Siamo stufi di mascherine e distanziamenti, lasciateci in pace». E la sua ragazza addirittura afferma: «Finitela! Questo Covid non esiste!». Francolino e Gianni Lembo, titolari del ristorante Villa Verde e della discoteca Vivibar, stanno pensando di tenere aperta quest’ ultima «solo il sabato sera, per vedere come va.

L’ anno scorso – raccontano – avevamo una clientela per il 60% straniera, ora far rispettare le regole è difficilissimo, vedremo se vale la pena». Mentre il sindaco Lembo chiede «di compiere un piccolo gesto d’ amore per tutelare se stessi, l’ isola e i suoi abitanti», il rischio di assembramenti davanti ai locali è un incubo. «Al ristorante – dice Francolino – le cose vanno meglio, tanti sono clienti abituali che sanno bene come comportarsi». D’ accordo con l’ ordinanza è l’ attore, drammaturgo e regista teatrale Geppy Gleijeses, storico frequentatore dell’ isola azzura, in questi giorni a Capri per un po’ di riposo: «Io credo che la mascherina sia d’ obbligo, altrimenti tutti gli sforzi fatti durante il lockdown saranno vanificati. È ridicolo che la movida lungo le strade di Capri e particolarmente in Piazzetta, il venerdì e il sabato, non rispetti alcun criterio di sicurezza. Bene ha fatto il sindaco a emanare l’ ordinanza che impone l’ utilizzo della mascherina, anche all’ aperto, nelle zone e nelle ore di maggior afflusso turistico. È responsabilità di ognuno di noi far rispettare le regole a chi non vuole farlo, mettendo così a repentaglio la vita di tutti.

Chi critica questa ordinanza – conclude – o è un pazzo o è un incivile».

LO SFOGO Anche Guido Lembo, il re delle notti capresi, dice basta al clamore dovuto agli assembramenti registrati nelle ultime settimane: «Ho l’ impressione – dice – che si voglia scatenare una guerra mediatica. Sul web e in varie trasmissioni circolano foto e video girati all’ Anima e Core nelle scorse stagioni, che mistificano la situazione. Noi abbiamo messo in atto tutte le disposizioni di sicurezza e distanziamento previste dai decreti ministeriali, abbiamo avuto incontri con i rappresentanti delle forze dell’ ordine e delle istituzioni per disciplinare gli ingressi, abbiamo implementato l’ obbligo di prenotazione via mail per accedere al nostro locale, abbiamo impiegato personale di sicurezza negli spazi interni e abbiamo implementato la sicurezza esterna». La taverna in realtà è nel mirino per l’ assembramento che si crea nella viuzza d’ accesso, dove anche poche decine di persone danno l’ impressione di creare un grosso assembramento. «Questo weekend, dopo l’ ordinanza del sindaco, capiremo chi sbarca sull’ isola perché la ama e chi invece vuole solo far casino». Più tranchant Roberto Russo, imprenditore della moda di lusso: «Non bisogna assolutamente svendere il nome Capri, è necessario alzare il livello di guardia per ospiti non proprio idonei alla nostra isola, che sono per così dire a km zero, e migliorare le infrastrutture pubbliche, a cominciare dal porto commerciale e dai trasporti. La strada è lunga – conclude – e il Covid è solo un pit stop».

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