di Massimo Lionetti
QUELLO CHE VA
La pausa di ottobre, dovuto al fitto calendario delle nazionali che qualcuno, scelleratamente, vorrebbe rendere fitto ancora di più, lascia libero lo spazio al primo tirar di somme del campionato. Quali sono i valori espressi? Chi vincerà lo scudetto? Abbiamo provato a rispondere a queste domande insieme a Gianluca Mazzarella, appassionato del Milan e membro del direttivo dell’apposito Club di Capri. Gianluca, che non disdegna qualche scappatella a San Siro nonostante la lontananza, ha le idee chiare:”Sette giornate sono sicuramente poche per trarre giudizi definitivi. Napoli, Milan e Inter, però, sono quelle che hanno mostrato più certezze ed a mio avviso sono le favorite per la vittoria del campionato. Il Milan a Bergamo ha vinto una gara mostrando una grande personalità e consapevolezza dei propri mezzi. Da qui alla fine del campionato saranno importanti tanti componenti; tra tutte le più importanti sono quelle relative ad infortuni e permanenza nelle coppe europee. Quest ultimo fattore sarà fondamentale anche per definire chi potrà lottare fino alla fine per vincere lo scudetto. Il Milan ha una coppia micidiale formata da Ibra e Giraud, ma che non è completamente affidabile sul piano fisico”. A parte il Milan, il Napoli di Spalletti ha mostrato a Firenze di avere la sagacia giusta per affrontare e superare ostacoli probanti. Vedremo cosa accadrà quando arriveranno quelli ancora più probanti. Inter, ma anche la Juve, nonostante il gap in classifica, sono pronte a dar battaglia. Il campionato adesso entra in una fase delicatissima, quella che conclude il girone di andata, solo alla fine di questo potremo avere indicazioni ancora più chiare. Adesso però possiamo già dire che questo è un campionato più interessante rispetto alla media.
QUELLO CHE NON VA
Qualcuno dice che 20 squadre sono troppe, io credo, che andrebbero distribuiti meglio gli introiti in modo da abbassare l’enorme differenza tra chi lotta per il vertice e chi lotta per la salvezza. Ricopiare alcuni modelli esteri potrebbe essere la giusta soluzione per rendere il campionato di Serie A più interessante in ogni sua singola partita. Adesso alcune gare hanno un esito scontato. Ridurre il numero di squadre equivale a tirarsi un dente invece di curarlo.


















