Fonte: Metropolis
di Marco Milano
Depredavano i Faraglioni di Capri, raffica di arresti per disastro ambientale. Nell’ambito di un’inchiesta diretta dalla Procura di Napoli, la Guardia di Finanza Reparto Operat ivo Aeronavale di Napoli ha portato alla luce l’esistenza di vere e proprie imprese che in modo organizzato e professionale, si dedicavano alla raccolta indiscriminata di datteri di mare nel golfo partenopeo. Una specie marina protetta, frutto pro ib ito per gli amanti della buona tavola, quotata in particolare durante le festività natalizie e pasquali, a duecento euro al chilo che veniva prelevata anche da quei Faraglioni, simbolo per antonomasia dell’isola azzurra e per i quali nel 2019 il presidente della Federalberghi isola di Capri Sergio Gargiulo chiese il titolo di patrimonio Unesco. L’operazione di ieri a conclusione di tre anni di indagini ha portato alla contestazione dei reati di associazione a delinquere aggravata «perché finalizzata alla consumazione di delitti ambientali, inquinamento e disastro ambientale, danneggiamento e ricettazione». Nei confronti di sei indagati, tutti originari della zona tra Napoli e Castellammare, è stata adottata la misura della custodia in carcere, per altri sei è stata invece decisa la custodia domiciliare. Quattro saranno obbligati a presentarsi quotidianamente presso gli uffici della Polizia Giudiziaria e per tre è stato disposto il divieto di dimora. In particolare, due militari, indagati per favoreggiamento e rivelazione di segreto d’ufficio, non potranno dimorare nella Regione Campania. «Punto l’indice contro il continuo attacco ha detto Paola Mazzina assessore all’istituzione dell’area marina protetta di Capri – che subisce il territorio marino e le spregiudicate aggressioni che vengono perpetrate da questi veri e propri criminali del mare» . «Diventa ancora più urgente – aggiunge Paola Mazzina l’istituzione dell’area marina protetta dell’isola di Capri che rappresenta una risposta definitiva per contrastare le diverse forme di aggressione che devono subire le nostre coste. Il mio Assessorato proporràalla Giunta la costituzione di parte civile nel g iud iz io pena le che vedrà sul banco degli imputati i pescatori di frode che oggi sono stati colpiti dal provvedimento di arresto». Il provvedimento di ieri prevede inoltre il sequestro preventivo di tre locali commerciali in totale, tra Napoli e Castellammare di Stabia, dove secondo l’accusa degli inquirenti «i datteri venivano occultati e poi immessi in commercio». Inoltre sotto sequestro è stato messo anche il profitto «derivante dalla vendita del prodotto illegale», i due natanti «utilizzati dagli indagati per recarsi sui punti di prelievo della specie protetta» e tutto lo strumentario adoperato per compiere materialmente l’attività. La vendita del frutto proibito a quanto si è appreso avveniva sia in via diretta nei confronti di «una variegata clientela, composta anche da esponenti di famiglie malavitose napoletane», che presso numerosi ristoranti e pescherie della Campania. «Nelle conversazioni intercettate è stato spiegato nella nota della Guardia di Finanza – viene spesso utilizzato un codice segreto»