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Battere l’abbuffata con l’effetto Capri «Apriamo i musei fino a mezzanotte»

Carniani, fondatore della Hia Academy e l'idea per far tornare a respirare la città e gestire i flussi di visitatori «I nostri tesori così saranno visitati la sera, premiando chi ha scelto di soggiornare nelle strutture»

di Redazione
12 Aprile 2023
in News
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Seggiovia Monte Solaro

Fonte: La Nazione (ed. Empoli)

FIRENZE

Il suo sogno si chiama ‘ora delle barche’. È quella che, ogni sera quando il sole tramonta, scatta a Capri: traghetti, aliscafi e catamarani prendono il largo insieme ai visitatori giornalieri. E lasciano, a chi resta in hotel, la pace di vivere ogni angolo dell’isola, diventata un Eden di quiete. Quell’ora delle barche è il piano che Giancarlo Carniani, tra i fondatori del Bto e ai suoi vertici fino al 2016, oggi gestore della To Florence Hotels (Plaza Lucchesi, Villa Olmi e Mulino di Firenze) e fondatore della Hia Academy, sogna per la sua Firenze. «Per gestire i flussi turistici – spiega – e rendere la città più vivibile, sia per i fiorentini che per i visitatori».
Carniani, come creare anche in città, un’ora delle barche? «La prima soluzione potrebbe essere ‘premiare’ i visitatori che soggiornano in città. Un modo per far sì che, chi paga un’imposta di soggiorno importante, sia a sua volta ripagato. A chi spende 7 euro a notte di tassa per restare in una struttura come la mia, vorrei sia data la possibilità di accedere in via prioritaria ai musei».

Mica facile.
«Intanto però daremmo un segnale. Alcuni anni fa, con l’assessora Paola Concia, partì una sperimentazione che però riguardò soltanto i musei civici».
Ma chi viene a Firenze, lo fa soprattutto per il quadrilatero dei Nazionali. Dagli Uffizi all’Accademia. «Sì, infatti quello dell’overtourism è un problema datato, con tantissime sfaccettature. Siamo una città supercentrinca, turisticamente parlando. Ma si tratterebbe di un modo per invogliare a prolungare il proprio soggiorno a Firenze, solo così è possibile indirizzare i flussi e portarli a visitare realtà considerate meno appetibili, che in realtà sono grandi tesori. Gli serve più tempo».

Come fare a darglielo?
«Il ragionamento è questo: i lavoratori del turismo e dell’accoglienza, come hotel e ristoranti, sono attivi da mattina a
sera, senza pause e festivi. Perché non possono farlo anche i nostri musei?
» In che senso?

«Immaginiamo che il Governo, per magia, decidesse che in città i musei possono restare aperti sempre fino a
mezzanotte. Chi ha scelto di soggiornare a Firenze potrebbe visitarli avendo la città a portata di mano e andarci
come si va, la sera, a teatro».
Questo aiuterebbe il centro a evitare le abbuffate giornaliere di visitatori.
«Sarebbe un primo passo, soprattutto in alta stagione. Si creerebbe più lavoro anche nei musei che avrebbero la
possibilità di moltiplicare i biglietti».

Firenze avrà mai bisogno del numero chiuso ai luoghi d’arte?
«No ritengo sia l’anti-turismo per eccellenza e credo che nemmeno Venezia lo adotterà mai».

Il balzello sulla tassa di soggiorno rischia oggi di tenere alla larga qualcuno?
«Non abbiamo registrato problemi di questo tipo. Soltanto alcune difficoltà con i tour operator che inseriscono la
tassa nei loro pacchetti per offrire al cliente un servizio completo. Si tratta di prenotazioni chiuse anche 12 mesi fa e
maggiore preavviso sarebbe servito. Ma non voglio fare polemica su questo punto».

Esiste ancora un periodo grigio quando i turisti scarseggiano?
«I flussi sono sempre maggiori e si stanno distribuendo lentamente lungo tutto l’anno. Quindi un vero problema di
destagionalizzazione al momento non esiste come in passato».
Spesso però sono toccate e fughe.
«Il soggiorno medio si sta allungando da dopo il Covid e, al momento, è cresciuto a poco più di due notti. Il punto è
questo: cominciare a distinguere fra chi soggiorna in città e chi no e tentare di incentivare e premiare i primi. Solo
così avremo la nostra ora delle barche. Ma anche più turisti e fiorentini felici».

Claudio Capanni.

Prec.

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