da redazione
È disponibile all’edicola “Max Toys” di Anacapri, in piazza Caprile, e alla cartolibreria Faiella di Capri, a via Longano, il primo romanzo di Massimo Cerrotta, “Rodolfo D. Una storia persa e ritrovata”. Prossimamente in vendita anche su Amazon e in altri punti di Capri ed Anacapri, il romanzo d’esordio dell’autore anacaprese è disponibile anche sul sito dell’editore, l’Editoriale Scientifica della famiglia De Dominicis, storica casa editrice napoletana specializzata nella ricerca giuridica, economica e manageriale. “Rodolfo D.” di Massimo Cerrotta è peraltro il secondo volume di una nuova collana della E.S., incentrata sulla storia e sulle storie dell’isola di Capri, intitolata “Saxosa Insula”, proprio come il suo primo numero, “Capri, saxosa insula”, che rappresenta l’ultimo lascito letterario di Claretta Cerio, scrittrice e figura di spicco della Capri che fu, spentasi ad Ambra, in Toscana, all’età di 92 anni, nel 2019.
La trama di “Rodolfo D.” traspone, in forma romanza, la storia vera di un parente dell’autore, emigrato negli Stati Uniti nel 1907 dopo aver tagliato tutti i ponti con l’Italia e soprattutto con la sua famiglia di Anacapri, la madre Carolina, il padre Costantino e il fratello minore Salvatore. Il motivo di questa rottura fu che i genitori del protagonista non poterono riconoscerlo all’anno della sua nascita, il 1883, in quanto la loro fu una unione extra-coniugale. Carolina era infatti già sposata con un cittadino anacaprese emigrato in Argentina e il possibile scandalo indusse i neo-genitori ad affidare, non senza rammarico, il bambino al Brefotrofio dell’Annunziata di Napoli, celandone inoltre l’identità con un nome inventato, Rodolfo De Lieto. Nei giorni successivi, il bambino venne affidato ad una famiglia di Afragola, mentre la coppia ad Anacapri continuò la propria relazione clandestina, tant’è che nel 1886 nacque un secondo figlio, Salvatore, stavolta riconosciuto dal padre col cognome Arcucci. Salvatore Arcucci è il bisnonno materno dell’autore, poi padre di Federico Arcucci, maestro elementare e anche Sindaco di Anacapri negli anni ’70. Rimasta anni dopo vedova del primo marito, la madre di Rodolfo tentò, insieme al padre Costantino e al giovane Salvatore, riprendere con sé Rodolfo, così da ricostruire la famiglia. Un sforzo vano, il loro, perché Rodolfo, ferito dall’abbandono, non solo rifiutò l’appello dei genitori ma emigrò a New York. Qui, dopo mille peripezie, riuscì a rifarsi una vita, sebbene dentro di lui restasse un profondo dolore. Anche Carolina e Costantino, seppur addolorati, non poterono che prenderne atto. Rodolfo restò a New York per tutta la sua vita, e la sua storia si perse fino ai primi anni ‘90, quando una delle sue nipoti riuscì a risalire agli Arcucci di Anacapri e a mettersi in contatto con Federico Arcucci, ricucendo ciò che il tempo, la paura, la rabbia ed il dolore sembravano aver stracciato per sempre.
Il romanzo si compone di due linee temporali: una ambientata ad Anacapri, nella quale si narra dei genitori di Rodolfo e della loro relazione clandestina ad Anacapri alla fine dell’800; e l’altra incentrata invece su Rodolfo, sul suo viaggio, sui suoi successi e sulle delusioni da immigrato italiano nella Grande Mela.
“Ho voluto raccontare una storia di emigrazione – ci dice l’autore – che richiamasse le vicissitudini di tanti come Rodolfo, italiani e non solo, che per anni e anni sono sbarcati sui moli di Ellis Island con in tasca soltanto qualche speranza sgualcita. In forme diverse, il fenomeno dell’emigrazione continua ancora oggi, e noi italiani, che appunto siamo stati tra i principali emigranti del secolo scorso, dovremmo osservare questa realtà con un po’ più di consapevolezza e magari di empatia. Purtroppo, però, non sempre accade”.
La storia persa e ritrovata di Rodolfo D. si impreziosisce inoltre di una prefazione ad opera di una prestigiosa firma, quella di Aldo Cazzullo, editorialista del Corriere della Sera e autore di diversi libri incentrati sulla storia e sull’identità italiana. “Vi consiglio di leggere il romanzo di Massimo Cerrotta – scrive Cazzullo nella sua prefazione – Vi troverete una storia piccola e grande insieme: perché parla di un destino di migrazioni e ritorni, di un’isola che ci appartiene, ci riguarda, da cui non possiamo prescindere”.

















