Riceviamo e pubblichiamo
Di Januaria Piromallo di Montebello di Capracotta
Il dolore che annienta, inquantificabile, interrotto solo dai singhiozzi di strazio della madre Paola. Ma anche un Dolore che unisce un’intera comunità. Un dolore “salvifico” ( come ha detto il parroco) per chi crede, e bisogna credere molto per accettare il crudele destino di Antonino, un ragazzo speciale, anti/convenzionale che non seguiva né le mode, né i social, lui era cresciuto con la musica nel cuore e le stelline negli occhi. Enfant prodige, diplomato al Conservatorio di San Pietro a Majella, lo stesso dove ha studiato Riccardo Muti. Antonino, dai talenti diffusi, era pianista e direttore d’orchestra. Ieri c’erano tutti nella chiesa della piazzetta, capresi e non, gente che lavora e amici di Piero e Paola, imprenditori capresi di successo, e di Eleonora, la bellissima sorella: ” Mio fratello ha dispiegato le sue ali verso la libertà…”. Quanto era amato Antonino!. Il cui nome, come ci ricorda il parroco, secondo una credenza popolare, deriva dal greco e significa “fiorente”. Era un piccolo fiore Antonino, delicato e forte nello stesso tempo, di quelli che spuntano in inverno e si fanno strada fra le gelate. Possono essere schiacciati o continuare a germogliare. Si nasce incendiari (di passioni) e si muore pompieri ( le circostanze della vita, succede, le spengono). Continua il parroco che nella sua omelia ha toccato i cuori a pezzi di tutti. Lo diceva il drammaturgo irlandese George Bernard Shaw e poi ripresa in chiave rock da Ligabue. Passioni e ideali pronti a divampare di nuovo. Ma non sempre facile dargli una direzione. E le fragilità li soffocano. E’ una questione generazionale. Antonino era un ragazzo elegante di modi, amico di tutti ma anche solitario, una persona d’altri tempi. In fondo, siamo tutti noi, un’isola, accoglienti ma anche pronti a chiuderci nel nostro guscio impenetrabile. Una musica di organo faceva da sottofondo, l’Ave Maria e il Panis Angelicus, hanno accompagnato Antonino nel suo Viaggio verso la Luce. All’uscita della chiesa, in piazzetta si sono tutti alzati in piedi ( anche chi non lo conosceva ) e hanno applaudito. Si applaudiva alla Purezza della sua Anima. Ho abbracciato Piero, il padre, lo conosco da una vita. Aveva il sorriso che Antonino sarebbe stato felice di vedergli sul volto. Gli ho sussurrato: “Conservalo questo sorriso ti illuminerà quando ci saranno i momenti più bui”.
C’erano tutti per il “Ritorno alla Casa del Padre”, Nestor come lo chiamavano gli antichi greci. Ho visto le lacrime sommesse di Annachiara Della Corte, sua amica di una vita, di Anna Lembo, di Alessandro di Pulalli, di Gianluca Isaia, di Adalberto Cuomo, di Luisa, di Elisabeth Falconeri, di Francesca Settanni, di Elena e Camillo D’Antonio… Enzo De Paola, il fondatore della Orchestra Sinfonica dei Quartieri Spagnoli ( da 13 anni meravigliosa iniziativa di recupero sociale sul territorio) alla memoria di Antonino dedicherà il concerto Carmina Burana domenica 21 settembre nel complesso monumentale di Santa Maria La Nova a Napoli. Siamo tutti noi, fratelli, sorelle e madri di Antonino.